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cronaca

Comune di Aprilia sciolto per infiltrazioni mafiose

La decisione del Consiglio dei Ministri dopo la relazione del Prefetto

aprilia

Il Consiglio dei Ministri ha ufficialmente sciolto il Comune di Aprilia per infiltrazioni mafiose. La decisione è arrivata nella giornata di ieri, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, e fa seguito a un’inchiesta giudiziaria che ha portato alla luce gravi condizionamenti da parte della criminalità organizzata nell’attività amministrativa dell’Ente. La città sarà retta per i prossimi 18 mesi da una commissione straordinaria, che subentra nella gestione dell’amministrazione locale fino a nuove elezioni, che non potranno svolgersi prima dell’autunno 2026.

La decisione non giunge inaspettata. Le indagini erano partite lo scorso luglio con l’operazione antimafia “Assedio”, che aveva portato all’arresto dell’ex sindaco Lanfranco Principi – poi dimessosi – e di altre 22 persone, accusate a vario titolo di far parte di un sistema di corruzione e condizionamento criminale nella gestione degli appalti pubblici.

Nel mese di agosto 2024, a seguito degli arresti, si era insediata presso il Comune una commissione d’accesso incaricata di verificare l’eventuale presenza di infiltrazioni mafiose all’interno della macchina amministrativa. Dopo sei mesi di accertamenti, il 18 febbraio 2025 la commissione ha consegnato al prefetto di Latina, Vittoria Ciaramella, una dettagliata relazione che ha messo in evidenza il grado di compromissione dell’Ente.

A fine marzo, la prefetta ha trasmesso la relazione al Ministero dell’Interno. Il documento ha rappresentato la base sulla quale il Governo ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale. Con questa decisione vengono di fatto annullate le elezioni comunali in programma per il 25 e 26 maggio 2025. La città pontina rimarrà sotto la guida dei commissari fino alla convocazione delle prossime amministrative, previste non prima dell’autunno 2026.

Una svolta amara per la comunità apriliana, che si trova a dover fare i conti con un quadro istituzionale profondamente compromesso, frutto di anni di commistioni tra politica e criminalità organizzata.

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