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“Sotto Ponzio Pilato” il grande teatro sull’isola lunata

PONZA PONZIO PILATO

PONZA – Il grande teatro torna sull’isola lunata, ancora una volta ripercorrendo le tappe della storia antica di Ponza, lungo il confine tra realtà e mitologia. La rassegna culturale Ponza Estate, promossa dal Comune di Ponza e diretta da Ferdinando Femiano e Francesco Maria Cordella, porta in scena quest’anno, grazie all’associazione culturale Acts, la pièce Sotto Ponzio Pilato, scritta e diretta da Francesco Sala e interpretata da Francesco Maria Cordella e Carmen Di Marzo, in prima nazionale a Ponza il 23 agosto alle 22 sul Palco Caletta e in replica a Le Forna lunedì 25 agosto.

Il progetto Sotto Ponzio Pilato segue idealmente l’opera già iniziata lo scorso anno con la Trilogia della trasformazione, un ciclo di tre spettacoli prodotti da Acts e ideati da Francesco Maria Cordella: Eea, Telegono e Confinati a Ponza, che hanno rispettivamente raccontato il mito di Circe e Ulisse, quello del loro figlio Telegono, e infine l’epoca del confino politico attraverso la rappresentazione dell’amicizia perduta tra Benito Mussolini e Pietro Nenni durante il periodo del loro soggiorno forzato sull’isola. Se nella passata edizione l’obiettivo della trilogia teatrale era indagare quel mistero insondabile che rende Ponza capace di influire sulla volontà degli uomini e sulle loro coscienze, questa volta protagonista sarà il potere, in particolare il conflitto che da sempre accompagna la storia dei popoli: quello tra potere politico e potere religioso.

Ponzio Pilato è ancora oggi un simbolo della storia dell’isola. Lo stesso nome ne è una testimonianza, insieme alle famose grotte vicine al porto, a lui intitolate e ancora oggi visitabili, e agli antichi murenari sacri.
Sappiamo che Ponzio Pilato sbarcò a Ponza, prima della carica assegnatagli dall’imperatore Tiberio e che vi tornò anche in seguito. Non si conosce il suo luogo di nascita né quello di morte, ma intorno alla sua figura c’è un alone di mistero e leggenda restituito dal testo teatrale di Francesco Sala. Pilato, descritto come un amministratore di polso, antisemita, astuto, caparbio e duro, in piena guerra con i capi ebrei, comprende tuttavia che Gesù non è un criminale e mentre ordina di flagellarlo si abbandona ai dubbi, alimentati anche dalla moglie Claudia Procula. Così il travaglio vissuto da Pilato in Galilea per la crocifissione di Gesù si traduce in un senso di colpa inconsolabile che soltanto il ritorno a Ponza riesce a mitigare.

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