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TUMORE DEL TESTICOLO

La Sia: “Serve uno screening e campagne per i giovani”

Petizione Popolare alla Regione Lazio per una legge ad hoc

imagesLATINA –  Secondo gli ultimi dati nel Lazio dei 465 ricoveri all’anno per cancro al testicolo oltre la metà (274) hanno riguardato giovani di età inferiore ai 35 anni, e in 6 casi il paziente è deceduto. Si stima inoltre che circa il 10% dei 2.200 casi di tumore al testicolo diagnosticati ogni anno in Italia si verifica nella Regione Lazio. Nel 40% dei casi i pazienti si presentano alla diagnosi con una forma avanzata di malattia, necessitando di cure intensive e costose (radio e chemioterapia, trapianto del midollo) e molto frequentemente di ricovero ospedaliero.

Per questo  la SIA (Società italiana di andrologia) insieme ad Aidass ha presentato in Regione Lazio una petizione popolare che richiede l’istituzione di una legge regionale a tutela della salute degli uomini.

“Chiediamo al Presidente della Regione Lazio On. Nicola Zingaretti di dare un segnale concreto a tutti i cittadini che oggi chiedono maggiore attenzione alla propria salute – sottolinea il Professor Giorgio Franco, Presidente della SIA – Oltre ad un programma di screening e di insegnamento dell’autopalpazione del testicolo rivolto ai giovani a partire dai 14 anni, nell’ambito della presa in carico globale della persona con i suoi bisogni di salute, riteniamo fondamentale garantire l’accesso a strutture specializzate pubbliche attraverso il potenziamento su tutto il territorio regionale dei reparti di Andrologia. La riorganizzazione del SSR attraverso l’approvazione dei nuovi piani aziendali che ridefiniscono le piante organiche degli Ospedali e delle ASL rappresenta un’opportunità in tal senso. La Regione può diventare apripista d’eccellenza di una riforma che speriamo venga recepita anche in altre Regioni”.

“Educare i giovani all’autopalpazione potrebbe portare ad un intervento tempestivo con un risparmio stimato per il Servizio Sanitario della Regione Lazio di circa 3 milioni di euro legati a ricoveri, trattamenti chirurgici, radio e chemioterapia, invalidità, decessi, senza contare i costi indiretti legati a giornate di lavoro perse, qualità della vita, sofferenze psicologiche”, spiega il Dottor Giuseppe La Pera, Componente del Direttivo Nazionale della SIA e Presidente dell’Associazione Italiana per il Diritto alla Salute Sessuale.

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