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Pedofilo arrestato ai Giardinetti di Latina, aveva preparato una trappola, c’è finito dentro lui

Il Garante: "Sui social vale la vecchia regola, non accettate caramelle dagli sconosciuti"

LATINA – “Era solo uno scherzo”. Sono state le prime parole dell’uomo di 35 anni arrestato dai carabinieri di Latina ai Giardinetti con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Perché quando si tratta di reati a sfondo sessuale che hanno come vittime minori non c’è differenza tra tentativo e consumazione del reato. La formulazione è la più grave.
I militari gli si sono stretti attorno in un attimo, non appena è sceso dalla sua utilitaria e ha chiamato ad alta voce il ragazzino di cui conosceva l’aspetto, perché aveva a lungo osservato le foto. Lo aveva contattato su Facebook, scrivendogli in privato con messenger, e dopo un primo approccio, gli aveva chiesto prestazioni sessuali.

“Era uno scherzo”, ha detto, ma dello scherzo questa storia non ha nulla: non il tenore dei messaggi inviati, tanto espliciti da diventare pornografici: “Se ti fai fare questo..ti do questi soldi… se mi fa quest’altra cosa, ti pago tot”. Non la differenza di età. Non l’incontro fissato e al quale il 35 enne si è poi realmente presentato. E tanto meno i precedenti dell’uomo, che è un operaio che svolge lavori saltuari ad Aprilia.

Poteva capitare ad uno qualunque dei nostri ragazzi che come è noto, nonostante il limite di età fissato a 18 anni, molto prima cominciano a frequentare i social. Francamente fa paura. “Prima ai bambini si diceva non accettate caramelle dagli sconosciuti, la stessa cosa vale sui social”, ha detto il Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Lazio Jacopo Marzetti in un’intervista al Messaggero. Proprio così.

Qui, la fortuna è stata che il minorenne ha raccontato tutto ai genitori e che nulla è stato preso sotto gamba. Mamma e papà sono andati dai carabinieri e hanno sporto denuncia contro quell’uomo che usava – si è presto scoperto dalle indagini – il suo vero profilo e aveva precedenti per adescamento, corruzione di minori e atti osceni. I carabinieri del Nucleo investigativo di Latina hanno poi preparato l’operazione sotto il coordinamento del pm Luigia Spinelli.
Chissà che cosa sarebbe accaduto se il ragazzino non avesse parlato e si fosse presentato da solo all’appuntamento. Non è un’ipotesi remota. Gli esperti di questi fenomeni sanno bene che a fronte di decine di tentativi di adescamento, qualcuno va in porto per solitudine, per la voglia di sfidare e di sentirsi grandi, o più banalmente per soldi. E da quel momento, la vita non è più la stessa.

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