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LATINA – Dopo l’incendio che sabato ha bruciato di nuovo l’area della baraccopoli del Canale delle Acque Medie a Latina, quando una colonna di fumo nero si è levata sulla città e le fiamme hanno distrutto le baracche-rifugio, il Comune si affida alle indagini della Polizia per interpretare i fatti e dare un significato a quello che è il terzo rogo nella stessa area. In estate il più drammatico, vi è rimasto intrappolato un cittadino ucraino che ha lasciato la sua baracca troppo tardi e perso la vita mentre cercava riparo in acqua, dopo essersi tolto di dosso i vestiti. I soccorritori lo hanno trovato sull’argine quando era già tardi. Inutilmente, negli ultimi anni, più amministrazioni hanno tentato, anche in collaborazione con la Croce Rossa e la Caritas, di sgomberare l’area, ma nulla.
Per decidere come gestire la situazione si terrà oggi in Comune un incontro tra l’assessorato ai servizi sociali guidato da Patrizia Ciccarelli, e quello alla sicurezza, sotto il coordinamento Paola Briganti. Il sospetto è che ci sia la mano di qualcuno dietro questo rogo come dietro i precedenti. Da quanto si è potuto verificare, sabato non ci sono stati feriti né intossicati e gli operatori sociali intervenuti quando le fiamme sono state domate.
Quello che inquieta è il clima che si è creato intorno ai disperati che sono anche aumentati dopo gli sgomberi nella Capitale.