LATINA – A distanza di 75 anni dai fatti, sabato scorso a Maenza, durante una conferenza sugli stupri di guerra, l’Associazione nazionale vittime delle marocchinate ha fatto incontrare le famiglie di una ragazza salvata dalla violenza e quella del suo coraggioso salvatore, entrambi deceduti da tempo.
Spiega in una nota il presidente dell’ANVM Emiliano Ciotti che “tutto avvenne il 10 giugno 1944 a Maenza, quando la ventiduenne Nilde Vecciarelli fu aggredita in località Madonna dei Martiri da un soldato marocchino che voleva violentarla. Alle grida della giovane accorse il ventenne Mario Bernola della città lepina, che venne accolto dai colpi di fucile sparati dal coloniale francese e riportò una ferita alla gamba sinistra. Il coraggioso intervento del Bernola mise in fuga il magrebino, salvando di fatto la ragazza da uno stupro certo”.
Le due famiglie si sono abbracciate e hanno ricevuto ciascuna una targa e una pergamena commemorativa. All’incontro ha preso parte tra gli altri l’onorevole regionale pontino Angelo Tripodi, che è il primo firmatario della proposta di legge regionale per l’istituzione della giornata in ricordo delle vittime delle marocchinate.
Salvata dallo stupro, Maenza ricorda lei e il suo salvatore
Conferenza dell'Anvm che fa incontrare le famiglie dei due protagonisti
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