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Il nuovo presidente

Un generale alla guida del Parco Nazionale del Circeo, si insedia Antonio Ricciardi: “Il Parco siamo noi”

Passaggio di testimone con Gaetano Benedetto: "Chi vive qui tuteli per primo questa bellezza unica al mondo"

SABAUDIA  – “Il Parco siamo tutti noi”. Lo ha detto il neo presidente dell’Ente Parco Nazionale del Circeo Antonio Ricciardi oggi nel corso del suo insediamento a Sabaudia dove gli ha passato idealmente il testimone il predecessore, Gaetano Benedetto. “Io arrivo in un momento felice con il Piano del Parco ormai alla firma e che entrerà in vigore nel giro di poco – ha annunciato Ricciardi –  Tutte le osservazioni sono state recepite integralmente, quindi il Piano del Parco ha raggiunto un punto di equilibrio. Da oggi si apre la fase nuova del fare”.

Tra i vecchi amici che lo hanno voluto accogliere in questa particolare giornata c’erano i compagni di liceo e di scuola militare e i nuovi “con cui ho lavorato negli ultimi tempi, tra cui i carabinieri forestali e non forestali con i quali ho condiviso una vita di esperienze e in ultimo l’esperienza ambientalista come comandante del Cutfaa con cui ci capiamo in maniera più diretta. Fino ad oggi – ha detto Ricciardi – appartenevo ad un altro mondo al quale continuerò a guardare come cultura per portare le mie esperienze in questa nuova realtà”.

Il neo presidente ha voluto rivolgere poi un saluto ideale e un invito a “tutti i residenti e a chi è  interessato al Parco del Circeo. Con tutti  – ha detto – troveremo da fare qualcosa insieme. Questa deve essere vista come l’ opportunità di tirare fuori i sogni dal cassetto”.

IL SALUTO DI BENEDETTOEmozionato anche Gaetano Benedetto, il presidente ambientalista, direttore generale del Wwf, che ha affrontato il momento più duro, dei primi passi dell’Ente Parco Nazionale del Circeo dovendo fronteggiare progetti e visioni antitetiche, lontane anni luce da quelle ora più condivise della valorizzare del patrimonio ambientale, culturale e archeo-storico unico al mondo, di cui la Riserva dispone.

“Con Ricciardi ci siamo già confrontati sulle cose da chiudere, prima fra tutte il Piano del Parco, che è il completamento di una vicenda che comincia con tentativi di snaturare il Parco… una pianificazione complicata, chiusa in fretta nel primo mandato a causa delle forti polemiche e poi meritoriamente gestita dal neo direttore Paolo Cassola”, ha sottolineato Benedetto ripercorrendo la storia di 12 anni di vita dell’ente, spiegando che “oggi abbiamo impostato non come Parco, ma come comunità un’idea di gestione del territorio caratterizzata dal criterio di sostenibilità” e ammettendo  “mi sono evoluto anche io rispetto ad un’eccessiva teoria che avevo all’inizio, e si sono evoluti con noi gli operatori sul territorio”.

LA GRANDE BELLEZZA – L’ex presidente ha voluto rimarcare che spesso “perdiamo la consapevolezza di essere in uno dei posti più belli d’Italia e quindi del mondo, dove la bellezza non è solo il tramonto sulle dune o le piscine naturali, o la vista dal Circeo. La bellezza è solo l’aspetto visivo di valori specifici che essa contiene. Non possiamo difendere questa bellezza e non possiamo difendere questo nostro godimento e offrirla come opportunità anche di lavoro,  turistica  ed economica se non facciamo sì  che quei valori che questa bellezza compongono vengano uno per uno difesi, presidiati e tutelati dalle persone che qui stanno“.

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