Il Lazio è una delle regioni italiane in cui la mobilità sanitaria (ovvero il diritto dei cittadini di essere assistiti in strutture sanitarie di Regioni differenti da quella di residenza) genera il passivo più rilevante. Lo dice l’indagine annuale della Fondazione Gimbe pubblicata oggi. Il cosiddetto “indice di fuga” dal Lazio, calcolato sulla base delle compensazioni finanziarie tra Regioni effettuate considerando ricoveri ospedalieri e day hospital (differenziati per pubblico e privato accreditato), medicina generale, specialistica ambulatoriale, farmaceutica, cure termali, somministrazione diretta di farmaci, trasporti con ambulanza ed elisoccorso, compensazione dei saldi, si colloca nella fascia peggiore e produce – dice Gimbe – un saldo negativo rilevante (tra mobilità attiva e passiva) che si traduce in – € 230,7 milioni.
Ciascuna delle 6 Regioni con maggiore indice di fuga – dice lo studio – genera debiti per oltre € 300 milioni e il Lazio con il 13%, e la Campania con il 10,5%, costituiscono circa un quarto della mobilità passiva.
«I dati pubblicamente disponibili – sottolinea il Presidente della Fondazione Gimbe, Cartabellotta – se da un lato dimostrano che il denaro scorre prevalentemente da Sud a Nord, dall’altro confermano che l’impatto economico della mobilità sanitaria è molto più elevato di € 4,6 miliardi. Infatti, se un lato è difficile quantificare i costi sostenuti da pazienti e familiari per gli spostamenti, dall’altro è impossibile effettuare stimare sia i costi indiretti (assenze dal lavoro di familiari, permessi retribuiti), sia quelli conseguenti alla mancata esigibilità delle prestazioni territoriali e socio-sanitarie, diritti che appartengono alla vita quotidiana delle persone e non alla occasionalità di una prestazione ospedaliera».
“Alla luce di questi pessimi dati – commenta il presidente della Commissione regionale sanità, Giuseppe Simeone – ritengo indispensabile attuare interventi radicali per fare in modo che l’offerta sanitaria sia consona alla domanda. Attualmente la richiesta dell’utenza non è soddisfatta ed è necessario accorciare il divario esistente con l’offerta. Di conseguenza appare urgente aumentare i servizi ed il numero di prestazioni sanitarie. Bisogna mettere in campo tutte le azioni necessarie sul piano economico ed organizzativo, per garantire un’implementazione dell’offerta. L’obiettivo prioritario è l’abbattimento delle liste d’attesa”. Per il capogruppo di Forza Italia “il governatore Zingaretti e l’assessore D’Amato abbandonino la stagione dei proclami e diano risposte e soluzioni ai problemi”.
