LATINA – Un altro rinvio per l’udienza preliminare del processo per i gravi e insensati insulti sul web rivolti a Valerio Catoia, l’Alfiere della Repubblica e poliziotto ad honorem di Latina, con sindrome di Down. E’ la sesta volta che il giudice chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di due uomini, è costretto a rinviare, stavolta per un problema di notifica ad uno degli imputati che nel frattempo ha trasferito la sua residenza in Bulgaria e non ha ricevuto gli atti di comparizione.
In un post pubblicato su Fb tutta l’amarezza del papà di Valerio, Giovanni Catoia, militare della Guardia di Finanza: “Procederemo attraverso il Consolato – spiega – Ci stanno prendendo per stress e stanchezza, un Paese che si definisce democratico che non riesce a tutelare nemmeno le categorie protette, nemmeno quando si tratta di un grave reato”.
Per i due imputati, un 53enne e un 32enne residenti rispettivamente in Toscana e Sardegna che scrissero le offese su un gruppo social, l’accusa è di diffamazione aggravata dalla finalità della discriminazione. Si tornerà in aula il 17 dicembre, ma sul processo incombe la prescrizione.
“Un processo che deve ancora iniziare – aggiunge Giovanni Catoia – Forse avrei fatto bene ad accettare il risarcimento economico e chiudere la partita evitando di portare mio figlio in un’aula di Tribunale che non è il massimo per lui e non solo x lui, ma io non sono questo”.
In aula, accanto a Valerio, ieri, come tutti i giorni sul Lago di Paola e in palestra, c’era anche il suo coach di canottaggio, Stefano Vando. Si, perché Valerio, dopo essere stato campione di nuoto, ha deciso di sedersi in barca e pagaiare. Ha imparato subito e si allena con l’impegno di sempre proteso verso nuovi sani obiettivi. Lo ha accolto il gruppo speciale delle Fiamme Oro.
