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Roberto Berardi, morto un testimone. Il Comitato: “Molti dubbi, denunceremo”

Si complica la situazione del pontino detenuto in Guinea Equtoriale

berardiLATINA – Si complica la vicenda di Roberto Berardi, l’imprenditore di Latina detenuto da più di un anno e mezzo nel carcere di Bata nella Guinea Equatoriale e torturato. Il Comitato per la Liberazione dell’uomo rende noti in proposito due fatti inquietanti e torna a chiedere l’intervento dello Stato italiano.

“L’architetto della Eloba, e collaboratore di Roberto Berardi, il 28 luglio è morto in un incidente d’auto sulla strada tra Malabo e Bata. Era uno dei testimoni nel processo americano contro Teodorin e testimone dell’innocenza di Roberto e della veridicità delle sue accuse contro il socio, figlio del dittatore locale Todoro Obiang. Nonostante questo era tornato in Guinea perché viveva lì da oltre 15 anni e aveva una moglie, deceduta anche lei, insieme ad un bambino, suo nipote”, raccontano dal Comitato.

“Ancora prima di avvertire le autorità italiane o la famiglia – spiegano ora dal Comitato – hanno provveduto a trattare il corpo con la formaldeide, sul referto dell’obitorio si legge che è stato fatto su richiesta della famiglia per permettere la conservazione del corpo in attesa del trasferimento in Italia. Peccato che questo trattamento impedisca di fatto un’accurata autopsia, che sul posto non è stata eseguita, e poteva essere richiesta dalle nostre Autorità, che la famiglia non avesse mai autorizzato detto trattamento e che il corpo non sia ancora giunto in patria, causa molteplici impedimenti posti in essere dalle autorità guineane”.

Per gli amici e i familiari di Berardi si tratta di un’altra situazione che fa nascere “molti dubbi” e la famiglia ha deciso di sporgere denuncia. “Speriamo che le nostre autorità si muovano per accertare l’esatto svolgimento dei fatti”. E non è tutto: “Da una settimana, il direttore della General Work, si trova agli arresti domiciliari in attesa di un processo, non si sa ancora su quali accuse si basi l’arresto. Che sia un caso che il presidente Obiang sia socio di questa impresa italiana? Quanti italiani devono morire o essere arrestati prima che ci si degni di farsi qualche domanda? Prima che si decida di difendere i nostri concittadini in quel Paese? Prima che il nostro governo tiri fuori un po di attributi?”

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