CISTERNA – È stato aggredito e picchiato mentre stava lavorando, il collega di Latina Oggi e corrispondente da Cisterna, Gabriele Mancini, che questa mattina era impegnato nel suo lavoro in Via Artemide, a sud di Cisterna. La notizia è stata resa nota dalla testata giornalistica.
Mancini documentava anche con l’aiuto della sua macchina fotografica, una costosa reflex, quella che ormai è divenuta una pratica: la violazione ripetuta e sfacciata delle norme sullo smaltimento dei rifiuti e degli ingombranti. In questo caso, Mancini è stato preso a pugni da una persona che dopo averlo visto fare delle foto in un luogo abituale di abbandono, lo ha seguito, raggiunto ad un semaforo, preso a pugni, gli ha lanciato la macchina fotografica in strada e l’ha presa a calci, in una sequenza brutale. Pura barbarie. Il collega è stato anche minacciato di non denunciare “perché era meglio per lui”, e la cosa peggiore è che nessuna delle persone che hanno assistito al fatto ha mosso un dito. Mancini dolorante ha raggiunto il pronto soccorso e sporto denuncia ai carabinieri. A Mancini incondizionata solidarietà, non solo come collega, ma anche come cittadino. ASCOLTA IL RACCONTO
LA SOLIDARIETA’ DEL COMUNE – “E’ deplorevole quanto accaduto questa mattina al giornalista Gabriele Mancini – ha detto il sindaco Eleonora Della Penna – A lui va la solidarietà mia e di tutta l’Amministrazione comunale. La condanna a un fatto del genere deve essere unanime e incondizionata”.
ORA BASTA – Auspichiamo che questo episodio muova alla reazione gli organi preposti ai controlli. I Comuni si sveglino. Il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti su marciapiedi e in altri luoghi che diventano discariche, deturpa città e campagne e rappresenta un costo per la collettività tutta, anche per i cittadini rispettosi. E’ ora di prendere provvedimenti, contro chi butta i sacchetti al volo dalle auto, o lancia carte e pacchetti di sigarette vuoti dal finestrino, o non raccoglie le deiezioni dei cani, abbandona preservativi usati sul lungomare dove poi si va a passeggiare, o ancora peggio letti, sedie, docce e materassi sul marciapiede. Perché con questa acquiescenza la tracotanza aumenta, e, come dimostra la storia di Gabriele, alla fine ad esser “punito” è chi fa il suo dovere. Tutti noi dovremmo impegnarci per contrastare meglio e di più questa pratica. Ma dovrebbero farlo in primis i Comuni, mettendo in campo le forze necessarie ad un’azione seria. Spesso oltretutto gli ingombranti portano “la firma” di chi li abbandona. Trovateli.