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Sequestro Sep, Latina cerca soluzioni per l’umido. Contatti con la Regione

Il Comune di Sermoneta vuole chiedere lo stato di emergenza

LATINA – Dopo il sequestro della Sep di Pontinia disposto dal Tribunale di Latina, i Comuni che conferiscono all’impianto di compostaggio di Mazzocchio sono in cerca di altri siti in cui conferire la frazione organica. Latina ha coinvolto la Regione Lazio in cerca di soluzione e secondo le ultime notizie, ogni speranza sembra riposta nella Kyklos di Aprilia che ieri aveva detto no alla richiesta della Latina Ambiente di poter conferire l’umido. la Regione avrebbe già escluso altre soluzioni.

Del resto, il trasporto in impianti di fuori regione, pure preso in considerazione, rischia di costare troppo al Comune e alle fragili finanze della società fallita ormai arrivata quasi a fine gestione. Trascorsi i due giorni in cui è stato chiesto ai cittadini del capoluogo di non gettare i sacchetti nei cassonetti marroni, il rischio è che la frazione umida torni nei secchi dell’indifferenziata. Con tutte le conseguenze (negative) immaginabili.

SERMONETA – “Per l’ennesima volta, emerge in tutta la sua pienezza l’insufficienza, la precarietà la mancanza di una politica regionale e nazionale per garantire lo smaltimento dei rifiuti, soprattutto per quei Comuni che ritengono che la raccolta differenziata sia il modo più compatibile nel rispetto del territorio e della salute dei cittadini”, afferma un arrabbiato sindaco di Sermoneta, Claudio Damiano. Oggi le Amministrazioni hanno due possibilità: “decidere di interrompere la raccolta dell’umido, con problemi igienico sanitari e ricadute negative sulla città, o come per il Comune di Sermoneta, rivolgersi a impianti fuori Regione, così come già avvenuto in passato, con costi di trasporto onerosi che andranno poi di fatto ad appesantire le bollette dei cittadini, oltre che a determinare problemi negativi di impatto ambientale per il trasferimento su gomma di questi rifiuti. Come Comune non possiamo più accettare questo stato di fatto, né tantomeno accettare che i cittadini virtuosi come quelli di Sermoneta debbano pagare profumatamente con le proprie tasse l’incapacità di chi doveva risolvere questo problema, né accettare che l’Amministrazione diventi il bersaglio per gli stessi cittadini che, nel vedersi recapitate aumenti di bollette, riversano il proprio disappunto sui propri amministratori, che su questo non hanno responsabilità”.
Il Comune chiede un tavolo tecnico con la Regione per risolvere definitivamente il problema. “Sarebbe sufficiente che la Regione riconoscesse lo stato di emergenza per poterci permettere di realizzare in proprio un impianto di trattamento dell’umido. Per fare questo, il Comune di Sermoneta avrebbe ampie risorse economiche, visto che ci vediamo congelati ogni anno poco meno di tre milioni di euro di soldi comunali, impossibilitati ad essere spesi dalle norme chiamate “patto di stabilità” o “tetto di spesa”. O altrimenti, di poter accedere a un mutuo che, rispetto al nostro studio di fattibilità, verrebbe ammortizzato in soli 7 anni garantendo tra l’altro un risparmio e qualche posto di lavoro”.

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