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Latina e la sanità che cambia: unità dell’ictus, presa in carico e continuità assistenziale, il nuovo modello

Il direttore generale Casati: "Cartella digitale e tecnologie per telemedicina e teleconsulto"

LATINA – La sanità pontina del prossimo futuro si servirà di tanta tecnologia, necessaria a sostenere i nuovi bisogni di salute di una popolazione invecchiata rapidamente, quindi più afflitta da malattie croniche, in una provincia che misura 194 chilometri, ovvero la distanza che esiste tra Milano e Bologna, in cui le strutture sanitarie per alcuni sono difficilmente raggiungibili: la cartella clinica digitale che significa  scambiare informazioni tra medico di base e specialisti, poltroncine intelligenti, telemedicina, teleconsulto. “Non stiamo raccontando sogni, ma qualcosa che vedrà la luce nei prossimi mesi”, dice il direttore generale della Asl Giorgio Casati, che ha fatto il punto sulle novità del nuovo sistema, in una conferenza allargata alla stampa, e tenuta insieme con il direttore sanitario Giuseppe Viscponti. Due gli obiettivi principali: “Non lasciare il paziente abbandonato a sé stesso, fornire le prestazioni di cui ha bisogno, e seguirlo in tutto il suo percorso. Secondo,  accorciare le distanze, ovvero fornire le prestazioni  il più vicino possibile al suo luogo di residenza”. Questo per dire, prima di tutto, che fino ad oggi non è stato così.

Il nuovo modello di Presa in Carico (così si chiama) e Continuità assistenziale potrà essere assicurato solo con la  creazione di percorsi diagnostico-terapeutici (16 quelli che nasceranno nei prossimi mesi), usando soluzioni di information technology per la loro gestione, facendo rete con le strutture territoriali di riferimento.

“Il primo passo è l’acquisto (è questione di giorni) di una piattaforma informatica che traccerà tutto quello che il paziente fa (la sua storia clinica, esami, terapie, ricoveri eventuali), condividendo le informazioni tra medici di medicina generale e specialisti”. Ci sarà anche un nuovo modello organizzativo con una centrale di continuità assistenziale in cui gli infermieri avranno il ruolo di facilitatori del percorso di cura: si occuperanno di chiamare il paziente, verificare che segua la terapia, prenotare gli esami di cui ha bisogno,  orientarlo e accompagnarlo nel passaggio dalla dimissione ospedaliera all’eventuale setting assistenziale successivo, verso Rsa o Hospice.  La sperimentazione partirà da Latina e Aprilia.

“Sempre nell’ottica di accorciare le distanze – spiega ancora Casati – nelle aree montane o nelle isole verranno adottate anche soluzioni di telemedicina e teleconsulto. Le postazioni saranno istituite nei poliambulatori di  Ponza, Ventotene, Minturno e Cori”.

Ascolta Casati

UN OSPEDALE STROKE READY – L’ospedale Goretti di Latina è a pieno titolo inserito nella rete dell’ictus. “Il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Lazio della nostra struttura come Stroke Unit è un passaggio fondamentale. Era quello che mancava per far diventare il Goretti Dea di II livello. Abbiamo già attivato due posti letto, l’obiettivo è portarli a 4 nel 2019 e farli diventare 6 entro il 2020”.

Comincerà nei prossimi mesi, come è stato per la rete dell’infarto, un’azione di comunicazione che illustrerà ai cittadini con incontri comune per comune il funzionamento della rete e insegnerà quali sono i sintomi che devono allarmare e quali le azioni da compiere per offrire alle persone colpite le massime possibilità di un intervento efficace.

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