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le foto della visita al cantiere

Giù i boiler rossi della centrale nucleare di Latina, oggi il via alle opere

Rivieccio (Sogin): "L'edificio sarà abbassato di 15 metri". Coletta: "Giornata importante per il futuro della nostra città"

LATINA – Gli operai lavorano a 50 metri di altezza per smantellare la parte più alta dell’ imponente edificio reattore della centrale nucleare di Borgo Sabotino. E’ un passaggio storico del decommissioning: i grandi boiler rossi dove veniva prodotto il vapore, le condotte di collegamento e gli schermi protettivi in calcestruzzo armato, visibili anche a distanza, dalla spiaggia, spariranno. Si tratta di circa 1500 tonnellate di materiali che per il 93% saranno riciclati.

L’AVVIO DEI LAVORI – Per l’avvio dei lavori cominciati questa mattina, la Sogin ha organizzato una visita nel sito, alla quale ha preso parte anche il sindaco di Latina Damiano Coletta. Un battesimo che ha visto il taglio in quota del primo blocco in calcestruzzo e il suo trasporto a terra per essere avviato a riciclo dopo aver separato il cemento e l’armatura in ferro.  “La Fase, 1 che segue il decreto di disattivazione da parte del Ministero per lo Sviluppo Economico, durerà 7 anni  (2027) e porterà a un abbassamento dell’edificio reattore da 53 a 38 metri”, ha spiegato Agostino Rivieccio, l’ingegnere responsabile del decommissioning della centrale.

I BOILER ROSSI – La rimozione e il taglio dei boiler comincerà invece in autunno, dopo lo smantellamento di 1200 tonnellate di schermi,  quando sarà pronto un nuovo edificio, la Cutting Facility, realizzato nell’area in cui si procederà al taglio in sicurezza del ferro e al suo trattamento di decontaminazione con acqua ad altissima pressione, controllo radiologico e invio a recupero di tutto ciò che risulterà “pulito”. Si tratta di sei giganteschi contenitori rossi, alti ciascuno 24 metri e con un diametro di sei metri. La loro rimozione produrrà un effetto sullo sky line: “È una giornata storica per la nostra città – ha detto il sindaco di Latina Damiano Coletta che era presente all’avvio dei lavori – Recupereremo uno skyline naturale, ma è soprattutto una tappa importante verso un futuro migliore, per noi, i nostri figli e i nostri nipoti. E un grazie a società come la Sogin che stanno svolgendo un ruolo fondamentale».

LE BARRE DI GRAFITE –  Quello che non potrà essere avviato invece fino a quando non sarà realizzato il deposito nazionale dei rifiuti nucleari (la carta dei siti papabili è ferma al Ministero da cinque anni)  è la fase più delicata: lo smantellamento del nocciolo della centrale, le barre di grafite.  Gli studi per arrivare al progetto più sicuro sono in corso: “Abbiamo una nostra idea che abbiamo condiviso con i francesi. Siamo la prima centrale al mondo ad affrontare la questione e siamo fiduciosi di arrivare alla soluzione giusta –  racconta Rivieccio  – Prima avremo il Deposito Nazionale e prima potremo dedicarci a questa attività e accelerarla”.

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