CORI– Sarà aperta al pubblico da sabato 17 ottobre, l’eccezionale esposizione dei 15 rami originali delle “Antichità di Cora” (in prestito temporaneo dall’Istituto Centrale per la Grafica), opera del grande incisore e architetto Giovambattista Piranesi, promossa dal Comune di Cori per i trecento anni dalla nascita. Le lastre raffiguranti i Templi di Ercole e di Castore e Polluce, le mura poligonali e numerosi elementi architettonici e reperti ancora presenti nel centro storico cittadino, saranno esposte da sabato pomeriggio alle ore 16, quando le porte del Museo saranno aperte al pubblico e lo rimarranno per quasi tre mesi, fino al 10 gennaio 2021 nel Museo della Città e del Territorio. E’ la prima volta dopo circa un secolo e mezzo che le opere lasciano l’Istituto Centrale per la Grafica, dove sono conservate.
“Essendomi trasferito a disegnare le antichità di Cora, mi si pararon dinanzi le rovine delle mura che a’ tempi antichi erano state tirate d’intorno le rovine ad essa e che tosto furono da me delineate”. Con queste parole, Giambattista Piranesi inizia la suite dedicata alle Antichità di Cora, un’opera monografica composta da 10 tavole più il frontespizio ed introdotta da quindici pagine di testo, nata grazie alla curiosità scientifica del Maestro per il già ben noto Tempio di Ercole.
“La visione dell’Antico elaborata da Piranesi si è imposta nella cultura moderna attraverso il potente strumento dell’immagine calcografica che ha veicolato e ampiamente diffuso la conoscenza dei luoghi, dei monumenti, dei materiali disegnati e delle atmosfere intorno ad essi create dall’architetto archeologo” sottolinea il Prof. Domenico Palombi, ideatore e curatore dell’allestimento.
“Un evento eccezionale che ci restituisce, attraverso gli occhi di Piranesi, la grandezza del patrimonio che ci è stato affidato e la potenza di quanto da esso possiamo imparare. Ed è per questo che, nonostante il momento di criticità che stiamo vivendo, abbiamo voluto mantenere questi impegni per i quali è previsto il rigoroso rispetto delle misure di contrasto alla pandemia” sottolinea il Sindaco Mauro Primio De Lillis.
Nella mattinata di sabato 17 ottobre è previsto il taglio del nastro alla presenza delle sole autorità civili, militari, religiose e di una significativa rappresentanza di studiosi di assoluto livello.
“Le Antichità di Cora hanno contribuito a diffondere la conoscenza di questo territorio presso un pubblico di viaggiatori colti quando divenne meta del Grand Tour – rimarca l’Assessore alla Cultura Polo Fantini – e ci auguriamo che l’Anno Piranesiano del Comune di Cori, rilanci la Città, per un intero anno, verso quel pubblico”.
L’esposizione dei rami apre un fitto programma, realizzato anche grazie alla collaborazione e al patrocinio di Istituzioni e Fondazioni: dalla Regione Lazio alla Provincia di Latina, dall’Istituto Centrale per la Grafica alla Fondazione Caetani, al FAI regionale e alla sua Delegazione di Latina, e reso possibile anche dalla generosità di tanti moderni mecenati. Solo nei prossimi tre mesi, sono in programma ben 9 conferenze scientifiche che tracciano l’intero percorso artistico e di vita di Giovambattista Piranesi, 7 concerti, a cura del Conservatorio di Musica di Latina Ottorino Respighi – Dipartimento di Musica Antica, e poi spettacoli, percorsi urbani (anche in notturna), installazioni, visite guidate, narrazioni itineranti, degustazioni, progetti didattici, mostre di design, architettura e grafica contemporanee.