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venti anni di attesa

Lazio, la Corte di Cassazione annulla il Piano paesaggistico della Regione: “Non ha coinvolto il Mibact”

L'Ente risponde: "Già pronti a completare la procedura". Critiche da M5S e FdI

LATINA – La Corte di Cassazione ha annullato il Piano Territoriale Paesaggistico della Regione Lazio perché nella pianificazione paesaggistica, le Regioni devono coinvolgere il Ministero per i beni e le attività culturali e nel procedimento di formazione del PTPR regionale “è necessario un confronto costante, paritario e leale tra Regione e Stato in funzione di un’intesa di carattere generale che assicuri una tutela unitaria del paesaggio”. E’ il senso della pronuncia della Consulta arrivata oggi quando un nuovo piano è già all’esame del Consiglio regionale.

L’iter seguito dalla Regione Lazio è stato considerato dunque in contrasto con il principio della leale collaborazione necessario “per assicurare l’unitarietà del valore della tutela paesaggistica al di là dei singoli beni per i quali è previsto l’obbligo di pianificazione congiunta”.

Non si è fatta attendere la risposta dell’Ente: “Prendiamo atto della pronuncia della Consulta sul Piano paesaggistico del Lazio, anche se lascia perplessi il fatto che il Consiglio regionale venga considerato un organo di ratifica di un’intesa fra la Giunta e il Mibact. Nel frattempo, comunque, la Giunta regionale e il Ministero hanno già raggiunto un nuovo accordo sul Ptpr, che è stato sottoscritto lo scorso luglio ed è già stato inviato all’esame del Consiglio. La Regione, quindi, è pronta a completare la procedura di approvazione di un Piano paesaggistico territoriale atteso nel Lazio da oltre 20 anni”, si legge in una nota.

“La notizia che la Corte Costituzionale si sia espressa contro il Piano Territoriale Paesistico Regionale del Lazio, non ci giunge inaspettata – commenta invece in una nota il Gruppo Consiliare M5S alla Regione Lazio –  Abbiamo fin dal principio sostenuto l’inopportunità da parte della maggioranza presente in Consiglio regionale di esporsi a contenziosi con l’Organo di garanzia Costituzionale, quando era evidente, e lo abbiamo ribadito in più occasioni, che sarebbe bastato il recepimento dell’accordo con il Mibact per ridurre il tenore della controversia e restituire il proprio senso sostanziale al PTPR, vale a dire un atto a tutela del paesaggio e dei beni archeologici. Purtroppo la Maggioranza consiliare ha preferito continuare il procedimento, a spregio di ogni responsabilità istituzionale, esponendo la Regione al contenzioso e al dispendio di denaro pubblico per una difesa che ha subito una vera e propria debacle viste le motivazioni della Corte, col risultato che ora si torna indietro di tredici anni al piano territoriale paesistico del 2007 co-pianificato con il Ministero ma soltanto adottato e non ratificato dal Consiglio, attraverso il quale sicuramente il territorio riceverà maggior tutela”.

per il Gruppo di FdI “come a dire che Zingaretti e Franceschini non si sono parlati, anzi, si sono tra loro ignorati nel pensare alla  pianificazione paesaggistica della nostra regione. Eppure il presidente della Regione Lazio è segretario nazionale del Pd e Franceschini oltre che titolare del dicastero di via del Collegio Romano, è anche un esponente di spicco del partito. Una figura pessima per il governatore del Lazio, per il Pd regionale e per l’assessore Valeriani. Adesso, in forza di questa sentenza, torna vigente il Ptpr adottato nel 2008 e il problema più serio di questa sonora bocciatura da parte della Corte Costituzionale è che potrebbe far scattare norme di salvaguardia cosi da compromettere anni e anni di lavoro di pianificazione da parte dei comuni e dei soggetti interessati con gravi ripercussioni sull’economia del Lazio. Dunque, tutto da rifare. Certo è che la mancata collaborazione tra due alti esponenti dello stesso partito suscita più di qualche perplessità”, dichiarano in una nota congiunta i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia.

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