LATINA – La provincia di Latina perde 13 posizioni e si piazza 82° nella Classifica della Qualità della vita pubblicata oggi dal Sole 24 Ore che vede in testa Bologna e ultima Crotone. L’indagine fotografa il benessere nelle province italiane con 90 indicatori, di cui 60 aggiornati al 2020 e 25 nuovi indicatori che documentano le principali conseguenze del Covid-19 su salute, attività economiche e vita sociale.
DOVE SIAMO – L’impostazione della ricerca conferma le sei aree tematiche di analisi che fotografano la complessità della vita nelle province italiane e che dice che la provincia di Latina è 84° in Ricchezza e consumi ; 32° in Demografia e salute; 21° per Affari e lavoro; 83° nella categoria Ambiente e servizi; 80° in Giustizia e sicurezza; 73° per Cultura e tempo libero.
CHE COSA E’ SUCCESSO – La classifica dice che non è stata la pandemia a spingere di nuovo verso in basso la provincia di Latina. Per casi di Covid il territorio si trova in 21° posizione e per tasso di mortalità in 24°. Eppure è proprio in questa categoria “Demografia e Società” – che consente alla provincia di Latina di reggere nel quadro complessivo – che si registra un deciso peggioramento rispetto all’anno scorso, passando dalla 15° alla 32° posizione. Tra i dati negativi positivi un basso consumo di farmaci antidepressivi.
GIOVANI E DINAMICI, MA.… – La lettura degli indicatori presenti all’interno delle categorie ci dice che viviamo in un territorio giovane e dinamico (come ci dicono gli indicatori presenti in Affari e Lavoro e Demografia) in cui non si sostengono queste potenzialità e che si perde in Ambiente e servizi, Giustizia e sicurezza e Cultura e tempo libero.
L’AMBIENTE – L’ambiente, che per vocazione territoriale dovrebbe essere faro del progresso provinciale, è la grande delusione: se migliorano leggermente gli indicatori della sfera “servizi” non così per l’ecosistema urbano che segna il passo con una 99° posizione. Meglio l’indice di trasformazione digitale (64°) e per esempio l’implementazione dei servizi Pago PA (pagamento digitale di scadenze con la pubblica amministrazione) e anche gli Spid, le identità digitali distribuite sul territorio per accedere ai servizi on line (40°).
I DATI PEGGIORI – La provincia di Latina è tra le ultime dieci per protesti (100°); per numero di incendi (97°); 104° per numero di infermieri e 97° per numero di pediatri. Troppo poche rispetto alla popolazione le biblioteche a disposizione dei cittadini (105°) e il numero di start up innovative ci vede con valori molto bassi (93°). Sconfortante il gap tra occupazione maschile e femminile (93°) e il dato che riguarda le imprese in fallimento (92°).
I MIGLIORI – Due le performance che vedono il territorio primeggiare: export (6°) e imprese in rete (6°). Bene anche il livello di imprenditorialità femminile (17°) e giovanile (24°) e imprese che fanno e-commerce (32°).
Dal punto di vista infrastrutturale migliora la copertura con banda larga che vede la provincia di Latina ora in 39° posizione. Tra le curiosità il consumo di antidepressivi è molto basso rispetto alla media italiana e ci vede in 13° posizione. Per servizi elevata la presenza di ristoranti (21°).
CONCLUSIONI – Insomma attraverso la lettura dell’indagine, la sensazione è di un territorio zavorrato, che fa molta fatica ad uscire dalla sua fascia, sempre intorno ad un’ottantesima (80°) posizione che non è accettabile, perché le risorse di base non mancano. La sensazione è di un’energia potenziale che – dove prova a sprigionarsi – trova un territorio impreparato ad accoglierla e a sostenerla.
