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l'ordinanza

Arresto Moscardelli, il Gip: “Un patto alla pari tra corrotto e corruttore”. A ognuno il suo tornaconto

Il politico Pd ai domiciliari come Rainone nell'inchiesta sui concorsi Asl

LATINA – Un patto per favorire l’ascesa di Claudio Rainone alla Asl di Latina, da dirigente della Uoc Reclutamento a Direttore Amministrativo aziendale, una delle tre figure di vertice dell’azienda sanitaria locale, al posto di Eleonora Di Giulio che infatti viene nominata a Frosinone. In cambio, Claudio Moscardelli chiedeva favori e in particolare “aiuti”, per far vincere i concorsi pubblici alla Asl di Latina a persone nella sua sfera. E poi, perorava trasferimenti, indicava posizioni, raccomandava.

E’ lo scenario che emerge  dall’ordinanza del gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario nella seconda tranche dell’inchiesta sui concorsi truccati alla Asl di Latina condotta dalla squadra Mobile della Questura e dalla Guardia di Finanza. L’accusa per il noto esponente politico del Pd è di corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio in concorso con lo stesso Rainone. Il giudice considera “appena sufficiente” la misura degli arresti domiciliari “atteso che la facile disponibilità di uno smartphone consentirebbe al Moscardelli di contattare i candidati per concordare con loro versioni di comodo per eludere le indagini”.  Nell’ordinanza sono riportati messaggi whatsapp e trascritte intercettazioni telefoniche dal contenuto esplicito che spingono il giudice ad essere netto e non soltanto sul concorso da 23 posti ormai conclusosi con l’assunzione dei vincitori, ma anche su quello bandito più avanti e poi revocato in autotutela dalla neo direttrice Silvia Cavalli al suo arrivo a Latina, un attimo prima che esplodesse lo scandalo.

“Già sei mesi prima della pubblicazione del bando di concorso (per i 70 posti di Assistente Amministrativo), Moscardelli  – si legge  – chiedeva conto a Rainone di quando sarebbe stato bandito quel concorso che i due poi definivano il “nostro” a riprova di un interesse costante e di un’azione illecita non episodica, ma studiata e programmata, suscettibile di ripetizione in vista delle prossime elezioni”. “Molto ampia ” viene poi definita la portata dei favori assicurati ai candidati.

Il gip richiama più volte le modalità di azione dell’esponente politico che pur non essendo uno strutturato, né un dirigente Asl, si comporta come se lo fosse: “Le indagini e in particolare la messaggistica sul telefono sequestrato a Rainone documentano un quadro indiziario di ripetute ingerenze da parte del Moscardelli su un fronte anche più vasto dei concorsi. Non facente parte della struttura pubblica ASL, Moscardelli ne gestisce comunque le sue sorti in termini trasferimenti del personale, stabilizzazioni di contratti, posizione in graduatorie, superamento dei concorsi ……ricevendone il Rainone in cambio in un piano e totale parità fra corruttore e corrotto i suoi vantaggi di progressione di carriera grazie alle entrature di Moscardelli negli ambienti politici e dei vertici ASL”.

L’ex segretario Pd, dimessosi subito dopo l’arresto, perora la causa di Rainone anche presso l’assessore regionale D’Amato e  chiedendo un appuntamento  alla direttrice generale Cavalli che è impegnata in una importante riunione sulla situazione epidemiologica in quello che allora era il periodo peggiore per la diffusione del covid.  E’ l’assessore D’Amato inoltre a riferire  – ascoltato dai magistrati di Via Ezio come persona informata sui fatti – che durante una sua visita a Latina, in occasione dell’inaugurazione dell’Hub vaccinale, il 16 aprile, la manager Cavalli lamenta che Rainone ha disposto che fossero accompagnati da un autista da lui scelto, lasciando intendere che voleva così probabilmente essere informato sulle loro conversazioni e decisioni.

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