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Emergenza rifiuti a Latina, ecco che cosa ci racconta. Appello di Coletta: “La differenziata è necessaria”

La difficoltà nel reperire impianti disponibili scopre un nervo . E dal 2 agosto è prevista la parziale riapertura della Rida

LATINA – Latina è in emergenza a causa dei rifiuti che si sono accumulati nelle strade (oltre 500 tonnellate) dopo il blocco dell’impianto di trattamento Rida Ambiente di Aprilia. E’  infatti lì che il capoluogo (e altri 53 comuni del Lazio) conferiscono il proprio rifiuto indifferenziato, pagando un conto salato.

Una situazione che ha fatto emergere in maniera lampante due questioni: da una parte quanto Latina sia indietro nella raccolta differenziata,  dall’altra quanto sia ormai intollerabile avere un sistema di gestione dei rifiuti non autosufficiente in  ambito provinciale dipendente totalmente dai privati che non solo fanno business, ma tengono di fatto sotto scacco gli enti pubblici e con loro i cittadini.

SCARSA DIFFERENZIATA – Sul primo punto, è chiaro che la responsabilità corre su un doppio binario: la mancanza di consapevolezza dei cittadini che continuano a gettare tutto insieme nei sacconi neri senza porsi minimamente il problema che le discariche oltre che altamente inquinanti sono esaurite. Sul secondo punto, è altrettanto evidente  il ritardo accumulato negli anni dagli  enti gestori del servizio nella promozione e nell’organizzazione di un sistema efficiente di raccolta differenziata che è fra l’altro un obbligo di legge. Latina, per esempio dopo vari rinvii ha fatto partire il “porta a porta” solo in alcune frazioni e il sistema sta andando bene, grazie al contributo di molti cittadini, ma non basta. Il risultato è che nella seconda città del Lazio, soltanto il 30% dei rifiuti viene differenziato.

Non è un caso che Trento (e non Latina) sia in cima alle classifiche della qualità della vita che tengono in grande considerazione fra gli altri anche questo parametro. Nel capoluogo Trentino infatti, i cittadini (che pagano una tariffa calibrata sui loro comportamenti) hanno a disposizione solo cinque sacchi l’anno per l’ indifferenziata, che equivale a poter buttare il secco residuo solo ogni 10 settimane. Ogni kit aggiuntivo costa 25 euro (sì, proprio venticinque euro) e un aggravio sulla bolletta. Nonostante la rigidità, nessuno, tantomeno esponenti politici di partiti che vanno per la maggiore, si sognano di dire che il Comune in questo modo vessa i cittadini. E’ la legge.

Torniamo a Latina. Visto che le frazioni di umido, carta, plastica, vetro e alluminio vengono raccolte regolarmente, a patto che siano gettate nelle buste apposite gialle e azzurre che le rendono distinguibili dal resto dei rifiuti,  nel caso dell’umido, nei secchi marroni, l’unica possibilità che abbiamo per non far lievitare ulteriormente i rifiuti in strada è fare la raccolta differenziata.

L’arma che abbiamo in questo momento è questa, differenziare il più possibile, un obiettivo che deve essere sia del presente che del futuro. A settembre inizierà il porta a porta anche in Q4 e Q5, nel frattempo, “differenziamo, differenziamo, differenziamo”, ha detto  ospite su Radio Immagine, questa mattina il sindaco Damiano Coletta che ha parlato anche di altro: Amministrative, vaccinazioni e del Museo Cambellotti, pronto per essere inaugurato con le novità annunciate a gennaio.

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