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la lettera

Stop alle arrampicate sul Promontorio del Circeo: “Disturba la nidificazione del falco pellegrino”

Il Parco denuncia anche la realizzazione di un sentiero illegale per il quale è stata tagliata vegetazione

SAN FELICE CIRCEO – Arriva il divieto di arrampicata sportiva sul Promontorio del Circeo: “Disturba la nidificazione del Falco Pellegrino”, scrive l’Ente Parco in una lettera indirizzata al Comune di San Felice Circeo e ai Carabinieri forestali. Tra le ragioni indicate anche la sicurezza, “essendo segnalata dal Piano di Assetto Idrologico come zona ad elevata pericolosità da frana”. Con l’iniziativa, l’Ente Parco segnala anche “l’apertura di un sentiero sul versante Quarto Caldo, tracciato in maniera del tutto illegale, dalla fine della strada di Vasca Moresca (poco prima di Torre Moresca) fino al Picco di Circe, con taglio della vegetazione e marcatura con pallini e frecce rosse”.

Succede in una Zona speciale di conservazione (ZSC) dove è documentata la presenza del Falco peregrinus. “L’attività degli arrampicatori crea disturbo alla specie in nidificazione e, molto probabilmente, è anche la causa della mancata nidificazione del corvo imperiale”, si legge nella nota del Parco che che “al fine di tutelare la biodiversità e per questioni di sicurezza, concorderà con il Comune di San Felice l’opportuna segnaletica da installare nel punto di attacco dei tracciati, nello specifico in località Vasca Moresca, al fine di interdire e regolamentare l’attività di scalata”. Il Precipizio è il punto più panoramico del Promontorio, dal quale si gode una vista privilegiata sul mare e sulle Isole Pontine, ma anche arrivando al Picco, sulla pianura, sulla costa e i laghi costieri, quindi meta di molti appassionati.

Un divieto preesisteva dal momento che per deliberazione della giunta regionale (DGR 612/2011) “dal primo gennaio al 31 luglio sono sospese le attività di avvicinamento a tali pareti mediante elicottero, deltaplano, parapendio, arrampicata libera o attrezzata e qualunque altra modalità, ad esclusione delle attività di ordine pubblico o di sicurezza”. E non è tutto. Il Parco ricorda che “è vietato distruggere o danneggiare deliberatamente nidi e uova, nonché disturbare deliberatamente le specie protette di uccelli” (L.157/1992 modificata dalla L. 96/2010).

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