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verso il 4 settembre

Malandruccolo (Pd): “I miei 60 giorni da delegato dei borghi”

Le riflessioni del candidato ex consigliere comunale

LATINA – L’ex consigliere comunale Pd, Tommaso Malandruccolo racconta i suoi 60 giorni da delegato ai borghi della giunta Coletta. Una riflessione a 360° che arriva a pochi giorni dal voto del 4 settembre in cui i cittadini residenti nelle 22 sezioni in cui il voto amministrativo è stato annullato dal Tar, torneranno ad esprimersi. Qui la sua nota.

“Le riflessioni complesse e le decisioni audaci attengono sempre ai temi etici e a quelli impopolari, tuttavia gli stessi dilemmi si pongono anche per ciò che riguarda i cambiamenti importanti, che non necessariamente debbono essere epocali. Mi riferisco ai borghi, alla loro storia, al loro presente e al futuro che li attende.

Come ho avuto più volte modo di sottolineare, sotto il profilo demografico esistono quelli in espansione, con insediamenti in crescita, e quelli che invece si svuotano di residenti, specialmente di giovani alla ricerca di opportunità lavorative.

Queste due eventualità sono entrambe insidiose: la prima perché risiedere in un borgo senza avvertire la necessità di viverlo espone al fenomeno dei quartieri dormitorio senz’anima, la seconda perché con il tempo rischiano di ridursi al punto di terminare la loro funzione culturale, sociale ed economica.

Proprio per contrastare questi rischi è necessario pianificare una serie di interventi rientranti sotto un unico grande progetto, che serva principalmente per concertare le procedure laddove ricorrono quelle analogie da centro a centro e sviluppando invece operazioni dedicate riguardo le specificità di ognuno.

In questo modo verrebbero ottimizzate le risorse, mettendole a sistema.

Il principio che i borghi siano i custodi delle tradizioni della nostra comunità e che le istituzioni debbano incentivare questo spirito è opinione ampiamente condivisa.

Ribadirlo può apparire superfluo e ridondante, così come scontato è anche il fatto che le necessità di piani di recupero e rigenerazione urbana, nonché di servizi, siano le prime esigenze avvertite dai residenti.

Un po’ meno ricorrente è invece l’istanza di quelle opportunità socio culturali che dovrebbero riguardare tutti i residenti per fasce d’età, a partire dai giovani, per intercettare il loro interesse, distrarli dalle insidie, invitarli a restare lì dove sono nati e cresciuti.

Riguardo alla terza età, bisogna dare atto che quasi tutti i borghi sono dotati di centri sociali per anziani che, principalmente grazie ai loro sacrifici, vengono amministrati in maniera impeccabile, garantendo quel servizio che spesso supplisce a quello istituzionale.

A ciò fanno eco i patti di collaborazione e le case di quartiere, grazie ai quali negli ultimi anni, sotto la guida del Sindaco Damiano Coletta, si è incentivato di molto il dialogo fra il Comune e le comunità periferiche, specialmente nei borghi, dove è in corso questo processo per restituire loro centralità, affinché l’ascolto frazionato del territorio non sia messo in secondo piano rispetto a quello rivolto al centro.

Appena eletto Consigliere Comunale, ancor prima di ricevere l’ambita Delega sindacale alle politiche dei Borghi, mi ero attivato per incontrare i vari comitati, ma anche i singoli residenti, assolvendo al mio ruolo di neo amministratore a tutto tondo.

Dopo aver registrato le necessità, avevo redatto uno schema molto dettagliato, contenente tutte le variabili che potessero offrire di ciascun borgo una fotografia nitida circa lo stato delle cose, invitando i miei interlocutori a riempirlo e a restituirmelo così compilato.

La lettura analitica delle realtà dei borghi, pur tenendo in considerazione quanto anzidetto, non può non prendere atto che gran parte delle persone che vi vivono, pur essendo saldate al territorio, ne rappresentano un’espressione nuova, più dinamica, sotto tanti profili, da quello lavorativo a quello sportivo, da quello dell’impegno civile e sociale a quello culturale.

Dopo la delega avevo quindi iniziato a muovermi su tre direttrici, sperando di interpetrare al meglio le necessità più avvertite:

1)      sollecitare gli interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle opere pubbliche, iniziando dagli edifici identitari, così valorizzandoli adeguatamente (piazze, monumenti, edifici di fondazione), elevando il livello del decoro urbano, anche attraverso la ricerca di forme di partecipazione pubblica;

2)      potenziare i servizi al cittadino dove carenti, ottimizzare i servizi di mobilità, adottare nuove misure per elevare il livello di sicurezza (videosorveglianza, dossi, segnaletica stradale), iniziando a concepire una rete di piste ciclabili per unire tutti i borghi al centro;

3)      avviare iniziative di promozione dell’inclusione e coesione sociale, dello sport, della cultura, dell’associazionismo, garantendo anche nuovi spazi, partendo dai borghi dove non sono presenti centri sociali, che costringono gli anziani a scomode migrazioni. Sostenere poi le Parrocchie, specialmente quelle attive sul territorio con i loro oratori, fonti preziose per un sano sviluppo evolutivo dei nostri giovani. Creare un sito, con pagine web dedicate ad ogni borgo, con la storia, le vicende, le foto e le video interviste reperite da ogni comitato.

Sempre riguardo al mondo giovanile, avevo presentato in commissione Politiche Giovanili un progetto per la realizzazione di sale prova per la fruizione gratuita di giovani band, con annessa area polivalente, da ricavarsi nei centri sociali già attivi nei borghi, in modo particolare negli spazi inutilizzati.

L’iniziativa intendeva porsi come un intervento di carattere sociale, laddove le opportunità sono più rarefatte e le relazioni sociali meno articolate, invogliando anche i giovani di Latina a frequentare i borghi, perché attratti da una serie di offerte, proposte e stimoli.

Altra situazione in itinere, piuttosto spinosa, era quella di natura ambientale, per una serie di problemi che affliggono da tempo alcuni borghi nello specifico, come inquinamento o miasmi dovuti alla trasformazione degli scarti di natura organica da parte di alcune aziende.

Rispetto al decoro urbano, un progetto che avrei voluto avviare a breve sarebbe stato “Adotta un Borgo”, coinvolgendo le grandi aziende presenti in ogni centro nella cura delle aree verdi, un modo per risparmiare denaro pubblico, assicurando un servizio sempre puntuale.

Detto ciò, non può passare in secondo piano l’aspetto economico e delle attività produttive ad esso legate che, sebbene fondamentale, viene poco evocato o ritenuto marginale.

Va premesso che le innovazioni possono tranquillamente convivere con le tradizioni, ce lo insegnano le regioni più virtuose, che proprio grazie ad una capacità di sostenibile metamorfosi, hanno fatto sì che i borghi continuassero a vivere e a dimostrarsi produttivi.

In proposito una delle misure, ancora allo studio per motivi di particolare complessità, era la proposta di indire una serie di eventi che potessero interessare i borghi, coinvolgendo però tutta la città.

Tanti eventi quanti sono i borghi (o 4 gruppi di borghi a seconda dell’area geografica), da svolgersi per l’intero arco dell’anno secondo un criterio di stagionalità.

In questo modo ogni borgo (o gruppi di borghi), oltre alla consueta festa patronale (o quelle che hanno assunto oramai una tradizione consolidata, come ad esempio la festa della Birra di Borgo Montello o quella della Mietitura di Chiesuola), verrebbe interessato durante l’arco dell’anno da un altro evento di due giorni, uno diverso ogni anno, secondo un criterio di rotazione.

Ovviamente le proposte risponderebbero principalmente ad un obiettivo di carattere economico e di mercato, ma nel contempo animerebbero le comunità, facendole conoscere al grande pubblico, con un indotto importante anche sotto l’aspetto culturale.

Non essendo concomitanti, non si verificherebbero mai due eventi contemporaneamente nello stesso periodo, consentendo a tutti i cittadini la partecipazione a ciascuno di essi.

Alcune proposte di eventi ad esempio potrebbero essere le seguenti:

Fiera della birra artigianale

Fiera delle cantine
Mercato dei prodotti agricoli estivi
Mercato dei prodotti agricoli invernali
Fiera dei vivai e dei giardini
Mostra mercato degli artisti di Latina
Esposizione della memoria e delle invenzioni
Fiera della ristorazione

Fiera dei prodotti caseari

Fiera dell’olio

Fiera del Natale

Fiera dell’estetica

Sempre secondo una logica di “borghi aperti”, a questi eventi potrebbero esserne affiancati altri che alimenterebbero l’interesse degli eventi ai quali sarebbero abbinati, ad esempio, Miss Borghi, Festival dei gruppi emergenti di Latina, Torneo di calcio dei borghi, Esposizione auto storiche ecc.ecc..

Come ci riportano fonti autorevoli, l’industria fieristica si conferma ancora una volta il volano di crescita del made in Italy, perché questo non potrebbe valere per i brand della provincia di Latina?

Ovviamente si tratterebbe di manifestazioni di piccola e media capacità, nulla a che vedere con le più blasonate fiere nazionali, ma si parte sempre dalle cose piccole per approdare a quelle grandi, e la storia delle più importanti manifestazioni italiane ce lo insegna.

È necessario incoraggiare quindi i rapporti con tutti i comuni della provincia di Latina e con le associazioni di categoria, affinché il capoluogo si riappropri della sua centralità per un settore che necessita di un sostegno concreto.

I fondi per la realizzazione di tali eventi potrebbero essere reperiti, oltre che dal bilancio comunale, da fondi extra gettito della Regione Lazio, ma anche e soprattutto da finanziamenti di aziende private e dagli stessi operatori.

Questi sono i borghi che vorrei!”, conclude Malandruccolo.

 

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