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sequestro da 10 milioni

Falsi crediti da bonus facciate, coinvolte in maxi frode società di Latina, Aprilia e Minturno

L'operazione della Guardia di Finanza

LATINA – Falsi crediti fiscali per abbattere le pendenze debitorie verso il fisco e l’Inps  e non solo. Una maxi frode fiscale è stata scoperta dai finanzieri della compagnia di Nettuno che hanno sequestrato beni mobili e immobili e disponibilità finanziarie del valore di 10 milioni di euro. Le indagini della Procura della Repubblica di Velletri e delle Fiamme Gialle hanno anche permesso di «bloccare» 4 milioni di euro di crediti fasulli non ancora utilizzati.

Coinvolte  19 società e 33 persone residenti in diverse città italiane tra cui figurano Anzio e Nettuno,  ma anche Latina, Aprilia e Minturno. Le indagini erano nate da un commercialista di Anzio, destinatario di un provvedimento cautelare personale, che aveva ideato il sistema Gli accertamenti si sono poi estesi, smascherando un sistema diffuso su tutto il territorio nazionale, che vedeva replicare lo stesso meccanismo fraudolento da parte di altri 9 consulenti fiscali. Il provvedimento di sequestro ha riguardato 12 terreni e 36 tra appartamenti e locali commerciali ubicati in tutta Italia, partecipazioni societarie, 11 veicoli, saldi attivi di conti correnti, polizze assicurative, contanti e orologi di lusso, del valore di oltre 10 milioni di euro, pari ai crediti di imposta inesistenti.

I crediti fasulli per esempio dal “bonus facciate” per lavori  caricati sul portale dell’Agenzia delle Entrate utilizzando fatture inesistenti per lavori che non erano mai stati eseguiti, o per costi  mai sostenuti  per ricerca e sviluppo 4.0, secondo gli investigatori, venivano utilizzati in compensazione nei modelli F24 delle medesime società che li avevano generati ovvero ceduti a soggetti economici terzi, a fronte del versamento di un corrispettivo. I proventi dell’attività illecita venivano poi riciclati anche all’estero, in Germania, Lituania, Svizzera e Malta attraverso una serie di passaggi che non sono sfuggiti agli investigatori della Guardia di Finanza. La riscossione avveniva poi  semplicemente con prelievi agli sportelli bancomat.

Nel Lazio sequestri anche a Marino (RM), Zagarolo (RM), Canale Monterano (RM).

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