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Il 18 aprile del 2016 migliaia di indiani scendono pacificamente in piazza a Latina per manifestare, perché il loro contratto non viene rispettato, perché le condizioni di vita sono disumane.
Da anni nella nostra provincia, nel sud Italia e al Nord esiste una cosa che si chiama caporalato, che si può spiegare con la parola schiavitù. Un fenomeno che non interessa solo chi lavora nei campi o gli stranieri (quante forme di caporalato conosciamo o subiamo) eppure loro hanno avuto il “coraggio” sino ad ora di manifestare o ribellarsi. Sia a Latina, che in Puglia che in Calabria.
È trascorso un anno: cosa è cambiato? Per scoprirlo siamo andati a sentire Marco Omizzolo sociologo e giornalista che da anni si occupa in prima persona di questo tema e il portavoce della comunità indiana Gurmukh Singh.
Intanto ricordate che il giorno di Pasquetta ci sarà la marcia no caporalato, alle 10,30, a Borgo Mezzanone (Fg). L’Italia è chiamata a partecipare!
Info: https://www.facebook.com/events/633836053478874/