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OMICIDIO VACCARO, PRESO PERUZZI
La cattura ad Ardea. Lui: “Me lo sentivo”
Lo ha scovato la Squadra Mobile di Latina

Il dirigente della Mobile Niglio

Il dirigente della Mobile Niglio

peruzziLATINA – Non ha opposto resistenza, era stanco e provato dalla latitanza e quando ha capito di essere in trappola, si è consegnato  agli investigatori della squadra Mobile di Latina che avevano circondato la villetta di Via Colle Romito  ad Ardea, una bifamiliare  presa in affitto il 13 dicembre ad Ardea. Così, in 21 giorni di indagini si è chiusa la caccia a Paolo Peruzzi, il giovane condannato con altri cinque imputati per l’omicidio di Matteo Vaccaro. Da sette mesi se ne erano perse le tracce.

Peruzzi era fuggito dai domiciliari dopo la condanna a 16 anni. Da prima di Natale si nascondeva a pochi  chilometri da Latina, e non in Romania, come pure inizialmente si ipotizzava. Non ha voluto dire come abbia trascorso i primi mesi di latitanza. “Era assistito dall’esterno, non accendeva mai la luce di notte, in casa aveva i suoi due boxer, mariuana e scorte alimentari. Era molto provato”,  ha detto il dirigente della Squadra Mobile, Tommaso Niglio. Nessuno al momento è indagato per favoreggiamento. ASCOLTA

niglio peruzzi

peruzzi conf st 2DALLA FUGA ALLA CATTURA, SETTE MESI DI LATITANZA –  Paolo Peruzzi evade dalla sua abitazione di Latina, dove si trova detenuto agli arresti domiciliari, la mattina del 29 lulglio del 2013, due settimane dopo la condanna a 16 anni di reclusione del processo per l’omicidio di Matteo Vaccaro. Pochi giorni prima, i carabinieri nel corso di una perquisizione sequestrano anche alcuni grammi di marijuana a quanto pare per uso personale. La mattina del 29 luglio il giovane fa perdere le tracce e lascia una lettera dove spiega i motivi del suo gesto e si proclama innocente. Con il passare dei giorni gli investigatori sono convinti che la fuga sia pianificata nei minimi dettagli. La prima ipotesi non confermata però da alcun riscontro, porta all’estero, in in Romania.

LE INDAGINI si sono avvalse di strumenti sofisticati, intercettazioni, ma anche del fiuto e della meticolosità degli investigatori della I sezione della Squadra Mobile che hanno studiato i tabulati telefonici e le abitudini delle persone vicine a Peruzzi. “Ad un certo punto ci siamo accorti che eravamo in un vicolo cieco e abbiamo ripercorso a ritroso il percorso investigativo e controllato ogni  elemento acquisito. Così abbiamo trovato la telefonata all’agenzia immobiliare”. E’ la svolta.

IL NASCONDIGLIO Paolo Peruzzi è stato trovato giovedì sera alle 21,30 in una villetta bifamiliare in via Colle Romito ad Ardea. Oltre 20 agenti hanno circondato l’abitazione e poi hanno fatto irruzione e il giovane si è consegnato. <Mi sentivo che sarebbe successo qualcosa – ha detto- perché avevo un blocco allo stomaco>. Sono state queste le sue prime parole. All’interno gli agenti hanno trovato sei schede telefoniche intestate a cittadini stranieri e tre telefoni che Peruzzi utilizzava e poi hanno sequestrato un tablet e una piccola quantità di marijuana a quanto pare per uso personale, al termine di una accurata perquisizione non sono stati trovati altri reperti ritenuti interessanti dal punto di vista investigativo.

La villetta era stata affittata, tramite un’agenzia immobiliare, lo scorso 13 dicembre al prezzo di 600 euro al mese da una persona residente a Latina e secondo la polizia il giovane era assistito da qualcuno e riceveva visite quotidiane  anche se mai nessuno ha dormito all’interno dell’abitazione. L’unica compagnia costante che aveva Peruzzi erano due cani di cui si è preoccupato al momento dell’arresto.  Raramente accendeva la luce e cercava di mantenere un profilo basso. Ieri mattina sarebbe uscito per andare a comprare le sigarette e la svolta all’operazione risale proprio al pomeriggio quando la polizia ha avuto la certezza di trovare qualcuno nell’abitazione. 

LE REAZIONI: <Abbiamo dato una risposta importante e significativa e meritano un applauso gli agenti della Squadra Mobile che hanno lavorato giorno e notte su questo caso>, ha detto il Questore di Latina Alberto Intini. <Sono orgogliosa dell’esito di questa operazione soprattutto per un fatto così eclatante che aveva sconvolto la cittadinanza, lo sforzo è stato enorme e l’attività investigativa è stata anche raffinata> ha sottolineato il Procuratore Aggiunto Nunzia D’Elia. <Il processo Vaccaro è stato uno dei più rilevanti e complessi di sempre – ha dichiarato il pm Giuseppe Miliano che aveva coordinato le indagini sull’omicidio e si era occupato di mettere fine alla latitanza di Peruzzi – era importante mantenere il controllo della situazione e dare una risposta a questa inopinata evasione>. Il vicequestore aggiunto Tommaso Niglio, dirigente della Squadra Mobile di Latina non nasconde la soddisfazione. <E’ stato premiato il gioco di squadra- ha detto – è stato un lavoro frenetico che ha premiato lo sforzo dei miei uomini>.

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