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di e con Angela Iantosca

Tutti gli animali sono uguali…ma alcuni sono più uguali di altri

Storia di Adele e Antonina

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Cari Ministri e addetti ai lavori,

voi che avete tanti soldi e potete rivolgervi a chi volete in caso di difficoltà, voi che non sapete quanto costa un litro di latte, che non sapete quanto è difficile viaggiare ogni giorno usando i mezzi pubblici, che sicuramente non prendete i treni regionali, che non sapete che a volte i pullman si fermano perché ormai sono troppo vecchi, voi che non mandate i figli nelle scuole dove i genitori danno un contributo volontario per poter comprare carta igienica, carta e addirittura i libretti delle giustificazioni, ecco proprio voi è ora che vi caliate nel mondo reale…

da tanto tempo ci sono due mamme siciliane insegnanti Adele e Antonina che lottano per l’affermazione dei propri diritti… ecco già questo è un paradosso: se un diritto è acquisito perché dovremmo lottare? Ma forse così vanno le cose nel nostro Paese… ebbene loro lottano per dare voce alla situazione irrisolta delle insegnanti madri di figli disabili gravi, titolari fuori provincia, costrette a percorrere giornalmente centinaia di chilometri per raggiungere il luogo di lavoro e che dovrebbero invece lavorare nel paese di residenza del proprio figlio disabile, secondo una legge (che ovviamente viene applicata male o per le persone sbagliate!).

Questo avviene perché non c’è una tutela adeguata. Loro sono di Agrigento e questo rende il tutto molto più complicato vista la situazione delle strade siciliane… ma un diritto è un diritto: ci potrebbero anche essere superstrade megagalattiche e loro dovrebbero godere degli stessi diritti…

Ma di persone come loro ce ne sono tante, tantissime. E la magistratura sta cercando di far luce da tempo sulla misteriosa assegnazione del privilegio di lavorare vicino casa a gente che non ha parenti disabili, godendo dei vantaggi della 104 (come se avere un parente disabile fosse una fortuna)…

Un’ingiustizia, sì, a cui il MIUR avrebbe dovuto porre fine già da diversi anni, da quando nel 2012 disse che si sarebbe impegnato a proporre “ai fini del riconoscimento delle precedenze nella mobilità, un più giusto peso a tali gravi situazioni, meritevoli di maggiore attenzione e tutela”. Ma noi ancora oggi attendiamo…

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