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Adriano, Fabrizio e l’autismo: quando l’aiuto arriva dai pattini

"Quando corriamo, mio figlio è un altro: parla con tutti e fa battute, soprattutto alle ragazze"

(la foto di Fabrizio e del papà è stata scattata da Alessandro Ippoliti)

LATINA – Adriano e Fabrizio sono padre e figlio. Il primo ama correre, l’altro lo segue in pattini. Ma questa non è l’ennesima storia di sport e di passioni comuni in famiglia. E’ molto di più. Perché Fabrizio è autistico e ha scoperto che i pattini sono la sua terapia contro l’isolamento, resa possibile dall’amore paterno. Una storia che ci racconta in questo servizio Domenico Ippoliti.

Non parliamo semplicemente di corsa e corridori, né di chilometri e vittorie.  Parliamo dell’amore di un padre verso un figlio speciale, e dell’incredibile forza che solo lo sport è capace di sprigionare. Perché basta indossare una tuta e un paio di pattini per regalare ad un ragazzo affetto da autismo e al suo paziente genitore delle emozioni uniche. E’ la storia di Adriano Percoco e del suo Fabrizio, 35enne divenuto beniamino e mascotte di tutti i podisti della provincia di Latina, e non solo. Adriano si è sempre divertito a correre, ma da anni ha escogitato un modo per coinvolgere anche il suo ragazzo. Quel sistema lo ha scherzosamente ribattezzato “pattinoterapia”.

“Tutto è iniziato parecchio tempo fa – racconta Adriano –  Fabrizio aveva 12 anni: gli regalammo dei pattini e scoprimmo che li utilizzava con entusiasmo. A quel punto ho capito che guidandolo e restando al suo fianco potevo farlo correre insieme a me. La vera scoperta arrivò però dal suo atteggiamento: lui che era ed è portato a rinchiudersi in un mondo tutto suo ha cominciato a guardarsi intorno durante gli allenamenti e le gare. Ha imparato ad osservare il percorso, ad evitare ostacoli e buche, a vedere gli altri podisti e perfino a notare le belle ragazze. Non immaginate quanto questa cosa abbia reso felici il sottoscritto e mia moglie: ammirare Fabrizio così attento alle persone e alle situazioni è per entrambi una gioia incontenibile. Una gioia peraltro contagiosa, perché gli altri podisti si prodigano per incoraggiare e coccolare il nostro atleta speciale, riservandogli sempre una calorosa e affettuosa accoglienza”.

Adriano che ha 68 anni, è stato un apprezzato professore di educazione tecnica e ha promosso in passato delle importanti iniziative a sostegno di giovani con sindrome da spettro autistico. Il suo racconto al microfono di Domenico Ippoliti

 

 

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