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La vittoria di Coletta: “Il cielo è azzurro sopra Latina”. Ma la partita più difficile comincia oggi

La foto-simbolo con i giovani: "Sono stati la mia forza"

LATINA  – Il sindaco calciatore se l’è giocata fino all’ultimo e ha vinto. La competizione è la sua comfort zone. “Il cielo ora è azzurro sopra Latina”, dice Damiano Coletta riconfermato alla guida del capoluogo. Parla a braccio, emozionato, stretto tra la folla che lo acclama: “Capitano, c’è solo un capitanooo”. Sono cittadini di ogni estrazione e di ogni età, tanti i ragazzi.

Nel comitato elettorale del sindaco di Latina, grazie a un programma ben congegnato, era bastata mezz’ora ieri pomeriggio per capire come sarebbe andato a finire il turno di ballottaggio. Nessuna fuga in avanti, però. La certezza assoluta è arrivata poco prima delle cinque del pomeriggio, dopo che gli applausi si erano fatti più frequenti in Via Cattaneo, nel locale preso in affitto dal Movimento civico, non a caso di fronte al grande, simbolico  murales, con gli occhi di Falcone e Borsellino. Quella coppia straordinaria di martiri italiani che tanta impopolarità è costata a Coletta quando i loro nomi sono stati scelti per intitolare i Giardinetti. Ma oggi è un altro giorno: Coletta ha stravinto in città, tenuto bene nei borghi dove il risultato del primo turno è uscito stravolto; si è affermato a Latina Scalo con numeri netti e oltre le aspettative.  Sono arrivate anche le lacrime, tante lacrime di gioia liberatoria, nel locale a piano strada dove i sentimenti di giovani e meno giovani l’hanno sempre fatta da padrona sulle logiche politiche. E’ il civismo, bellezza!

Credo sia stato premiato chi ci ha messo davvero il cuore per questa città. Latina ha scelto di guardare avanti, di premiare chi, anche sbagliando, ha lavorato sodo per affermare i lavori dell’onestà, della legalità, dello sviluppo sostenibile – ha detto Coletta parlando di getto –  Dopo i faticosi anni della ricostruzione, adesso è il momento di sederci tutti insieme, tutte le forze politiche, perché questo è il momento della storia in cui abbiamo bisogno delle migliori risorse di questa città”. Il pensiero va a chi è stato più provato dalla pandemia, ma guardando a un futuro di speranza le cui basi sono già state poste: “Durante il covid c’è chi ha sofferto, perché ha perso qualcuno; c’è chi ha sofferto perché ha perso il lavoro, ora dobbiamo pensare a ridurre le disuguaglianze sociali, perché questa città è solidale e questo è il momento dello sviluppo, possibile con le risorse importanti che arriveranno. Lo dobbiamo  fare  – conclude – per questi meravigliosi giovani che sono stati la mia forza in questi giorni“.

E la foto-simbolo della giornata è proprio quella che vede Coletta circondato dai ragazzi: “Non uno slogan elettorale, ma un dato concreto”, dice il cardiologo riconvertito alla politica. Ci sono Valeria Campagna, che ha creduto sin da subito nel progetto civico e comincia il suo secondo mandato; Leonardo Majocchi, classe 2000, che da tempo, insieme con altri ragazzi dei Giovani Democratici, si batteva per il rinnovamento del PD arrivato a primavera in maniera traumatica, ma che li ha trovati pronti. C’è Francesco Pannone, che da solo ha costruito la lista Riguarda Latina e che, con questa vittoria, si è preso un seggio in consiglio comunale. La nonna, Maria Rosaria Vitiello, si muove tra la folla: “Finalmente oggi mi vedi piangere di gioia”.

E ora, se è vero che “partita finisce quando arbitro fischia” (per dirla con indimenticabile frase di Vujadin Boskov più volte citata in questa campagna elettorale di ballottaggio a Latina), la partita non è affatto finita. Il lavoro comincia oggi, per trovare il consenso in un consiglio comunale che è “anatra zoppa”. La fase più delicata comincia con il dialogo che dovrà portare questo capoluogo a diventare un nuovo laboratorio, e non più solo del centrodestra. C’è un’altra città che è emersa in questi anni e che vuole dire la sua. Ci vorrà tanta capacità politica, ma anche tanta città. E’ la città che partecipa, che osserva, che cresce. Sindaco, coltivala.

 

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