LATINA – Intossicati dal botulino per aver mangiato tonno sott’olio fatto in casa. Doveva essere una prelibatezza, era un veleno. La disavventura, che sta mettendo in queste ore a serio rischio la vita di tre persone delle quattro coinvolte, tutte ricoverate tra la Rianimazione dell’ospedale Santa Maria Goretti, guidata dal dottor Carmine Cosentino, e la Medicina d’Urgenza, diretta dal dottor Massimo Aiuti, ha riguardato due coppie di campani arrivate a Formia per una vacanza. La più grave è una donna di 74 anni che è stata sedata e intubata per la gravità del quadro clinico.
I medici dell’ospedale di Latina, dopo un consulto ieri pomeriggio anche con i colleghi infettivologi, hanno contattato il centro nazionale di riferimento per il botulismo per avere il siero utile a combattere le tossine botuliniche. Ma è una corsa contro il tempo e le persone che hanno contratto il batterio, due uomini e una donna, sono in prognosi riservata.
I quattro amici si erano subito sentiti male e si erano presentati al pronto soccorso dell’ospedale Dono Svizzero di Formia dove è stato subito sospettata l’intossicazione alimentare, poi le condizioni si sono aggravate. Infatti, quando si entra in contatto con il Clostridium botulinum, il periodo di incubazione è generalmente di 12-48 ore e compaiono sintomi come nausea, vomito, diarrea e forti dolori muscolari. Poi si manifestano i disturbi più allarmanti: neurologici, delle vie respiratorie e della deglutizione. Proprio i problemi respiratori prolungati e gravi hanno consigliato di intubare la paziente con la forma più grave di intossicazione.