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GIOVANNI BET A LATINA
Mostra a LaranarossaGallery

TELA BETLATINA – Sarà inaugurata sabato 9 novembre alla Ranarossagallery, la mostra di Giovanni Bet  “Due passi sull’argine del mondo. L’artista, che nel 2003 ha partecipato ai lavori di restauro del teatro La Fenice conseguenti all’ultimo incendio, firmando sul palco reale del teatro cinque tele che sostituiscono gli originali andati perduti, arriva a Latina invitato da Ersilia Sarrecchia. L’artista pontina farà da padrona di casa nei locali di Via Parini 27 per il vernissage in programma alle 18. Intanto così anticipa l’evento: “Giovanni Bet, propone una serie di oli su tela e su tavola di medio formato ed una grande opera “Due passi sull’argine del mondo” che intitola questo nuovo ciclo di opere. La materia pittorica, più o meno diluita, compone sapientemente immagini che, evocando paesaggi, oltrepassano la figurazione e si propongono come visioni interiori. La natura protagonista, grande madre generosa, inquietante davanti a orizzonti che mutano, suggestioni incorniciate da fronde di alberi, boschi oscuri alternati ad immagini più pacate, dove la linea immaginaria che separa cielo e terra diventa il limbo delle nostre emozioni. E’ possibile tracciare una linea, immaginare un sottile filo che attraversa il tempo e ci conduce all’opera di Turner nella quale troviamo sicuramente delle analogie. Il soggetto natura, prediletto dagli artisti romantici, viene rappresentato attraverso un uso del colore in totale libertà formale e cromatica, pennellate che non descrivono ma evocano; le immagini che ne derivano se osservate da vicino, hanno un aspetto quasi astratto, riconosciamo il paesaggio soltanto allontanandoci un po’.. due passi sull’argine del mondo”.

Così racconta l’autore delle tele Giovanni Bet: “Non sono distante, non sono scappato, forse non ne ho le opportunità…meglio così…scappare non serve, scappare non cambia l’animo, scappare non è la soluzione, finirei a camminare sull’argine del mondo per sempre.
Ma guardare dall’alto dell’argine sia ciò che sta dentro il mondo, sia ciò che sta fuori il mondo a volte serve…
si perché stare la sul confine (di quel mondo a cui appartieni, dove devi partecipare per essere realmente libero) riesce a riordinarti le idee…
è un ottimo punto di vista per ricordarmi che l’essenza delle cose mi sfugge, se non mi sforzo di guardare oltre quell’argine…
e in fin dei conti questo immenso e caotico vivere fatto di uomini non è così grande.
Allora camminando sulla cima guardo l’orizzonte del tempo e della materia, sui cui poggia la mia vita, la nostra vita,
e mi rendo conto che sono una piccola particella di un organismo molto più grande.
Non riesco ad avere paure, anzi mi tranquillizzo e ridimensiono i timori del vivere quotidiano,
prendo coscienza, mi distendo, osservo le nuvole passare, sento l’erba bagnata sulla schiena, chiudo gli occhi e finalmente respiro con la pancia.
Ora sono pronto per il mio mondo.
Ora sono pronto per tornare”.

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