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l'analisi della Fisascat

Terziario, meno occupati nelle grandi superfici, va meglio il supermercato di quartiere

Nei servizi oltre 60 mila pontini in attesa del nuovo contratto

commercio_10LATINA – Perdono addetti le grandi superfici e le filiali delle grandi catene. Peggiora l’andamento dei servizi in appalto, soprattutto le pulizie, che risente dei continui tagli di spesa, soprattutto della pubblica amministrazione. E’ quanto emerso dal congresso provinciale della Fisascat, la federazione di categoria dei servizi (oltre sessantamila i lavoratori del settore). Nel corso del congresso che si è svolto ieri a Latina, Claudia Baroncini è stata eletta segretario generale. Paolo Le Foche e Gabriele Cardillo Lavammana, componenti della segreteria. Presente il segretario generale nazionale della Fisascat, Pierangelo Raineri, il segretario generale della Cisl del Lazio, Andrea Cuccello, il segretario generale reggente della Cisl di Latina, Tommaso Ausili.

Il segretario generale Fisascat Latina Claudia Baroncini

I NUMERI – Il terziario è il settore più importante, per numero di addetti, in provincia di Latina – è stato rimarcato – Solo nel commercio (punti vendita, ristoranti e alberghi) gli occupati sono poco meno di trentamila (29.377 i dipendenti, esclusi gli autonomi, dato istat 2013). Si aggiungano i lavoratori delle mense, degli appalti per le pulizie, della vigilanza, l’assistenza alle famiglie (colf) e alle persone (badanti). Almeno altre 30 mila persone. “Nel complesso l’occupazione nei servizi, ha più spessore di quella dell’industria e dell’agricoltura.La fase attuale vede i circa sessantamila addetti del settore in attesa del rinnovo del contratto  – dice Baroncini – Per questo le scelte del sindacato di categoria risultano fondamentali per l’intera economia locale”.
La situazione occupazionale, il nuovo modello contrattuale, con la proposta di Cgil Cisl Uil, lo stallo dei negoziati e le vertenze nel terziario, sono gli argomenti affrontati dal congresso provinciale della Fisascat, categoria del terziario, commercio, turismo e servizi della Cisl. La Fisascat conta oltre duemila iscritti.

In provincia di Latina, negli ultimi anni, il saldo degli occupati negli ipermercati e supermercati, gestiti dalle grandi catene, è stato negativo: “Per fortuna – dice Claudia Baroncini – vi è stato un certo recupero, il ritorno, dei piccoli supermercati di prossimità, che è servito a contenere le perdite. Frequenti i passaggi di personale, da un punto vendita all’altro. Una accentuata mobilità che ha consentito di salvare posti di lavoro. Rimane , nel nostro settore – continua il segretario generale – la caratteristica della precarietà, dei contratti a termine e degli orari parziali. Molti lavoratori, sono impiegati per meno di venti ore settimanali. Il loro salario è evidentemente molto basso. Spesso non arrivano a 400 euro mensili. Ciò è una delle conseguenze delle, ricorrenti e sempre più accentuate, politiche di taglio delle spese, attuate dalla pubblica amministrazione e dai privati. Si pensi, ad esempio, alle pulizie nelle scuole e negli uffici pubblici.La contrazione del valore degli appalti si traduce, sempre, in una riduzione delle ore di lavoro. Aggiungiamo – continua Baroncini – che ciò è anche causa del peggioramento della qualità dei servizi. Il settore vive un momento difficile. La Fisascat ha scelto di avere una attenzione particolare per le situazioni più a rischio, per i lavoratori con basso salario. Per i precari e per l’emersione del lavoro nero. Per chi non ha rapporto contrattuale regolare, non avendo alternative. Come le migliaia di donne , immigrate e italiane, addette al lavoro di cura e di assistenza per le famiglie. Siamo consapevoli che per percorrere questa strada è necessario un nuovo modello contrattuale. Crediamo non siano più rinviabili programmi di emersione del lavoro nero e interventi volti alla partecipazione dei lavoratori al governo dei processi produttivi aziendali, da sempre cavallo di battaglia della Fisascat Cisl. Il nostro sindacato, infatti, si batte per gli aumenti salariali, ma anche per un nuovo modello di welfare, che garantisca servizi per i lavoratori e le loro famiglie “.

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