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PROCESSO DAMASCO, LA SENTENZA
In Appello l’accusa regge, alcune condanne ridotte

ROMA – Ha retto buona parte del castello acProcesso Damasco ultime battute in aulacusatorio nel processo Damasco sulle infiltrazioni mafiose a Fondi che si è concluso oggi in Corte d’Appello a Roma. La prospettazione del procuratore generale è stata accolta anche se alcune condanne sono state ridotte: dai quindici anni di reclusione inflitti in primo grado ai dieci anni emessi oggi nel tardo pomeriggio per i fratelli Carmelo e Venanzio Tripodo. Pena ridotta anche per Aldo Trani, da tredici a nove anni e per Franco Peppe: da sette anni a sei mesi. I magistrati hanno ridotto anche se di poco la condanna a Riccardo Izzi: per lui da sei anni a cinque anni e otto mesi di reclusione e  proprio sulla base delle sue dichiarazioni era scattata l’inchiesta Damasco a Fondi. L’indagine era stata portata a termine dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina diretti dal capitano Luigi Spadari e che avevano portato nel luglio del 2009 all’esecuzione delle misure restrittive.  Per Antonino D’Errico dai sei anni di primo grado la condanna ora è di cinque anni e sei mesi. Per tutti gli altri le pene sono state confermate. Durante la sua requisitoria, lo scorso tre aprile, il procuratore generale aveva chiesto la conferma delle condanne del inflitte dal Tribunale di Latina nel dicembre del 2011 quando le pene più alte erano state inflitte ai fratelli Tripodo. A vario titolo le accuse erano quelle di associazione per delinquere. Intanto per Carmelo Tripodo insieme ad Aldo Trani è stata disposta la scarcerazione per decorrenza termini nell’ambito del procedimento Nitra.

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