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l'intervento

Anni 2000: “La mafia è tra noi, scegliamo di combatterla”

L'analisi delle associazioni del Sud Pontino dopo i 19 arresti di martedì

SUD PONTINO – “La mafia è tra di noi, vive e fa affari nelle nostre Città, soggiogando con la forza dell’intimidazione, le minacce e le estorsioni, privati ed imprenditori”. Lo scrivono in  una nota le associazioni Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine, Laboratorio Socio Politico S. Giacomo, Sudpontino Socialforum e Associazione “La barba di Giove” esprimendo grande soddisfazione per l’operazione Anni 2000 “coordinata dal Procuratore Prestipino, dalla DDA di Roma e dai Carabinieri che ha portato alla cattura di ben 19 soggetti tutti insediati in vari Comuni del Sud Pontino”.

“Il valore assoluto, di questa che è una delle più grandi operazioni avvenute nel nostro territorio, è la riflessione profonda che deve indurre sui temi della legalità e sull’importanza del ruolo che ogni cittadina/o può avere, scegliendo la strada a volte più difficile e lunga, evitando facili scorciatoie, superando la paura che ci fa rintanare nel silenzio o peggio nell’omertà – scrivono in una nota – Dobbiamo conservare il nostro capitale sociale e le operazioni di contrasto alla delinquenza organizzata sono indispensabili per farlo. Gli indicatori come efficienza giudiziaria civile e penale, l’ alfabetizzazione, le attività culturali, il volontariato solidale, la partecipazione referendaria ed elettorale, la presenza di tante imprese attive sul mercato malgrado le crisi precedenti e quella attuale della pandemia, la presenza di servizi di sostegno alle famiglie e alle persone, le strutture sanitarie sebbene sofferenti per i tagli operati nell’ultimo decennio, consentono di conservare una discreta qualità della vita e appunto il Capitale Sociale.

Nel nostro comune fino a qualche anno fa era attivo un osservatorio contro la delinquenza organizzata. Nessuna pretesa di sostituirsi alle forze dell’ordine, ma in sinergia con esse, restava uno strumento prezioso di partecipazione e contrasto alla cultura dell’indifferenza se non della tolleranza al fenomeno mafioso. Per questo auspichiamo che la futura amministrazione riproponga l’osservatorio e promuova nelle scuole la cultura della legalità.

 Naturalmente il governo della città che questa volta dovrà disporre di una buona dose di collegialità e tenuta, avrà il compito di affrontare e risolvere i problemi che da troppo tempo giacciono irrisolti e rappresentano i veri lacci che impediscono alla città di crescere. Accanto alla vigilanza delle Forze dell’Ordine e della Magistratura deve esserci il buon governo, condizione indispensabile per tenere lontana la criminalità organizzata, conservare il capitale sociale e creare le condizioni affinché si arresti lo spopolamento e l’emigrazione soprattutto dei giovani. Ne va di mezzo il futuro della nostra comunità locale”.

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