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bollettino 12 novembre

Covid è boom: 145 contagi, 44 solo a Latina, 36 ad Aprilia

Un decesso a Cori. Il confronto con un anno fa

LATINA – Ora è davvero boom di contagi. Sono 145 quelli emersi nelle ultime 24 ore a cui si aggiunge il decesso di un paziente di Cori.  Un solo ricovero al Goretti, secondo quanto riportato dal bollettino della Asl di Latina che non dice  però se nelle scorse ore pazienti pontini sono stati trasferiti in strutture romane visto che i posti-letto covid sono in tutto meno di venti e tutti occupati.

E’ Latina oggi a riportare il numero di casi più elevato, 44, il doppio rispetto a ieri e in salita nell’ultima settimana dopo un lungo periodo di tranquillità. Anche Aprilia torna a risalire  con 36 contagi in un solo giorno (ieri sera stati 10).
Negli altri comuni i nuovi positivi  sono emersi a Castelforte 4, Cisterna di Latina 10, Cori 2, Fondi 4, Formia 12, Gaeta 3, Itri 3, Latina 44, Lenola 1, Minturno 4, Norma 2, Pontinia 2, Priverno 4, Rocca Massima 1, San Felice Circeo 1, Santi Cosma e Damiano 2, Sermoneta 3, Sezze 3, Sonnino 1, Sperlonga 1, Terracina 2.

Senza casi da settimane le Isole Pontine.

Le guarigioni nelle ultime 24H sono state 72.
In aumento le vaccinazioni che sono state 1.665.

IL CONFRONTO CON UN ANNO FA- Ma quale era la situazione un anno fa? Nel bollettino Asl del 12 novembre 2020 figuravano sette pazienti morti  e 122  nuovi casi positivi registrati in provincia di Latina, 24 dei quali nel solo capoluogo e gli altri, in 21 comuni pontini, con Roccagorga in alto tra i piccoli centri.  La campagna vaccinale non era nemmeno cominciata, ma le restrizioni erano maggiori. “A Sezze  – scrivevamo un anno fa  – i decessi hanno riguardato due uomini, uno di 57 e l’altro di 63 anni, mentre gli altri pazienti che non ce l’hanno fatta sono sono di Fondi, Lenola, Minturno, Priverno, e Terracina di 64, 82, 87, 89 e 91 anni. I casi sono distribuiti  nei Comuni di Aprilia (15), di Castelforte (2), di Cisterna di Latina (3), di Cori (5), di Fondi (6), di Formia (9), di Latina (24), di Lenola (1), di Minturno (9), di Monte San Biagio (3), di Pontinia (6), di Prossedi (1), di Priverno (4), di Roccagorga (7), di S. Felice Circeo (1), di Sabaudia (3), di Santi Cosma e Damiano (1), di Sermoneta (6), di Sezze (5), di Sonnino (1), di Sperlonga (1) e di Terracina (9)”. Al Goretti, trasformato in ospedale Covid, erano ricoverati 174 pazienti contagiati dal Sars Cov2. I numeri nel 2020 sono poi aumentati fino a triplicare con oltre 300 contagi in una sola giornata.

LAZIO – Nel Lazio su 51.895 tamponi, si registrano, come era stato anticipato, più di mille casi. Sono infatti 1.073, 179 in più rispetto a ieri. 5 i decessi, 537 i ricoverati, 69 le terapie intensive occupate. Il rapporto tra positivi e tamponi sale al 2%.

“Le somministrazioni del vaccino sono aumentate dell’11% rispetto a una settimana fa – dice l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato – Si tratta in prevalenza di terze dosi che sono il 71%, il 21% sono seconde dosi, l’8% prime. Oggi superiamo la soglia psicologica dei mille casi, ma in una condizione totalmente diversa rispetto a 6 mesi fa, quando, a parità di casi, c’erano 4 volte più ricoverati in area medica e terapia intensiva. Questo significa – continua D’amato – che il vaccino sta funzionando e che è importante fare la dose di richiamo anche per evitare un cambio di scenario. Per altro, 4 sui cinque decessi odierni, non erano vaccinati. E’ assurdo non capire l’importanza della vaccinazione”. Nel Lazio si punta ora anche a un potenziamenti delle somministrazioni degli anticorpi monoclonali per i soggetti che rientrano nei parametri di reclutamento.
In merito all’influenza, quest’anno l’esordio appare più repentino. “Nel Lazio grazie all’importante campagna di vaccinazione in corso siamo ancora nel cosiddetto ‘livello basale’ ovvero inferiore a 3,16 casi per mille assistiti. E’ necessario però vaccinarsi soprattutto in età pediatrica in cui si osserva l’incidenza maggiore. Il Lazio è la Regione italiana con il maggior numero di medici sentinella a livello nazionale come emerge dal Rapporto ‘Influnet’ della sorveglianza epidemiologica dell’Istituto Superiore di Sanità”.
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