LATINA – Arriva l’incarico all’Avvocatura per la costituzione di parte civile del Comune di Latina nel processo per la turbativa nell’aggiudicazione dei chioschi per fatti avvenuti nel 2017. Nella seduta di oggi, la giunta comunale, su indirizzo della sindaca Matilde Celentano, ha conferito incarico all’avvocata Alessandra Capozzi chiedendo che si formalizzi la costituzione in giudizio dell’Ente in vista dell’udienza di avvio del dibattimento fissata per il prossimo 23 maggio.
“L’esecutivo ha inoltre deliberato, al fine di proporre in ogni caso le azioni di propria competenza a tutela della collettività civica, la possibilità di proporre in via alternativa azione autonoma civile nei confronti degli imputati”, si legge in una nota.
Nell’atto deliberativo viene ripotato quanto già sostenuto dalla prima cittadina in consiglio comunale e cioè che l’amministrazione non era a conoscenza del decreto di giudizio” in quanto non comunicato all’ente”.
“Il procedimento penale in corso – ha affermato il sindaco Celentano – va letto in relazione ad una serie di reati contestati attorno alla spinosa questione dei chioschi del lato B del nostro lungomare, che vanno dalla turbata libertà degli incanti all’estorsione e alla rapina, con l’aggravante del vincolo associativo, nella fattispecie 416 bis1 del Codice penale. Tali condotte sono da ritenersi lesive sotto più profili degli interessi dell’Amministrazione comunale, andando a ledere la libertà e regolarità delle procedure di gara, e della città tutta per il grave danno all’immagine dovuto ai fatti contestati agli imputati che hanno avuto clamore mediatico. Il Comune sarà presente all’udienza del 23 maggio per la dichiarazione di parte civile, in quanto parte offesa. Come dichiarato più volte in Consiglio comunale, non è mai mancata l’intenzione da parte dell’amministrazione comunale di difendere il Comune e l’immagine della città in tutte le sedi opportune”.
Il processo è chiamato a definire se nel 2017, la serie di rinunce da parte dei legittimi aggiudicatari del primo chiosco (sul lato B del Lungomare di Latina) fu dovuta alle pressioni esercitate dagli imputati attraverso la commissione di reati. Era stato l’allora sindaco di Latina Damiano Coletta, di fronte alle rinunce sospette, ad andare in Questura per riferire i fatti facendo scattare un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma che ha poi portato nel 2024 a otto misure cautelari.
Non fa parte del processo in questione invece quello che accadde diversi anni dopo, era il 15 maggio del 2023, quando, l’area del primo chiosco era ormai stata assegnata con un bando regionale destinato ai giovani. Quella sera, il primo chiosco fu distrutto da un incendio mentre pioveva.
