Sono cominciate da qualche giorno le Olimpiadi e già alcune medaglia l’Italia le ha portate a casa
Abbiamo già conquistato l’oro nel judo e nella scherma maschili, l’argento nei tuffi, il bronzo nel ciclismo femminile… e siamo solo all’inizio.
Ma quando il 21 agosto le luci si spegneranno sulle Olimpiadi, dopo pochi giorni si accenderanno quelle sulle Paralimpiadi in programma sempre a Rio dal 7 al 18 settembre.
Ad affrontarsi nelle 23 discipline paralimpiche saranno oltre 4.300 atleti provenienti da 176 Paesi del mondo. Ed anche Latina sarà lì a rappresentare l’Italia con Fabrizio Di Somma, collaboratore tecnico della nazionale ciclisti. Una esperienza per lui cominciata nel 1998 come guida tandem ad una ragazza non vedente: ha vinto il mondiale, due europei e nel 2000 le prime paralimpiadi di Sydney, conquistando un argento e due bronzi. Fabrizio ha chiuso la sua carriera agonistica nel 2009. Dal 2010 è collaboratore tecnico della Nazionale. Nella quale, tra gli altri, c’è il nostro Zanardi, atleta handbike…
Una esperienza questa per Fabrizio Di Somma molto formativa, che gli ha permesso di comprendere come le cose siano differenti rispetto a quanto si pensa dei diversamente abili. Quando li ha conosciuti pensava che fosse molto dolorosa la loro esperienza, ma poi ha capito che non era così. Fabrizio ha capito che i ragazzi della nazionale prima di tutto sono atleti, sportivi di primo livello e il limite fisico è affrontato solo nell’ottica della gara, non come problema in assoluto.
E poi, quando nel 2010 Fabrizio è stato investito mentre pedalava sulla pontina per allenarsi e si è ritrovato a letto con più di 30 fratture e la paura di non farcela, di non tornare come prima, li ha capiti ancora di più: ha capito cosa significa poter perdere la “normalità” e ha trovato in loro supporto e consigli utili per evitare il peggio…
Ha capito che una situazione drammatica può essere trasformata in una opportunità, che spesso i limiti siamo noi a vederli, non loro. E lo ha compreso anche preparandogli in questi anni i circuiti per l’allenamento: ogni volta ha pensato che forse la discesa era troppo ripida, che le curve erano troppo a gomito, poi vedendoli in strada ha capito che per loro non ci sono ostacoli, non ci sono discese ripidi, non ci sono problemi nel frenare, nonostante siano persone senza braccia, senza gambe o con un uso limitato delle mani o con problemi alla spina dorsale… c’è solo la strada, quelle due ruote, la necessità di arrivare al traguardo, prima degli altri, prima di se stessi.
