LATINA – I ragazzi ci sono. Come sempre da qualche anno nella giornata del 21 marzo. E non sono parole retoriche.
Ci sono da soli. Hanno deciso e sono scesi in piazza perché hanno sentito di farlo. Non hanno avuto bisogno di una bandiera in cui identificarsi. Nè di una forza politica. Sono scesi perché è giusto così.
Hanno preparato striscioni in questi giorni e poi hanno preso un carrello da un supermercato per portare l’amplificatore e urlare quei 950 nomi. Nomi che appartengono a tutti.
Quest’anno non hanno un palco i ragazzi. Ma non c’è bisogno di un palco per parlare, farsi sentire, far capire che si può sentire che la mafia fa schifo anche se non la si è vissuta sulla propria pelle. C’è bisogno solo di voce e convinzione.
Sono emozionati i ragazzi oggi. Tesi. Silenziosi e attenti. Agitati come sanno esserlo i giovani alla loro età che sentono di fare qualcosa di unico e di cominciare con oggi un cammino di consapevolezza che cambierà le loro vite