di Anna Maria De Blasio
LATINA – “Anch’io sono stato vittima di bullismo alle medie, un bullismo indiretto: escluso dalle feste, dai giochi, dai gruppi, da quella che doveva essere la vita normale di un 12enne”. Inizia così il racconto di quello che oggi è un ragazzo alto e con le spalle larghe, sicuro di sé, tanto da trasformarsi in un educatore per i ragazzi delle seconde della scuola media Giuseppe Giuliano di Latina. “Mi chiedevo il perché… forse per via degli occhiali spessi o della bassa statura? Andai avanti senza di loro, trovai il coraggio di iscrivermi a una squadra sportiva, trovai nuovi amici, il mio corpo lentamente cambiò. La chiave di svolta fu trovare il coraggio di reagire, perché, ricordate ragazzi: nulla è perso”. Lui è uno dei tanti studenti dell’ I.I.S. Marconi che ha preso parte a uno straordinario progetto per qualità e spessore dal nome “Sbulloniamoci! Diciamo no al bullismo”. Un progetto che ha visto impegnati nel corso dell’anno scolastico gli studenti della 4 A inf, 4 E inf e 4 A Ite, nell’ambito dell’Alternanza Scuola Lavoro, sotto la guida dei docenti tutor Barbara Piasanu, Roberta Tassini e Gaetano Carbonara.
DA STUDENTI A EDUCATORI – Gli studenti, il 16 maggio, hanno coinvolto i ragazzi più piccoli con testimonianze dirette, informazioni concrete e brevi rappresentazioni teatrali in grado di raccontare cosa accade realmente, spesso proprio tra i banchi di scuola, durante un atto di bullismo e le conseguenze sulle vittime. Al contempo hanno incoraggiato gli studenti delle medie a “parlare”, a chiedere aiuto, a non vergognarsi e soprattutto a mettersi nei panni degli altri, a non essere indifferenti ma empatici. Un piccolo vademecum è stato proiettato attraverso slide e videoclip nell’aula magna dell’Istituto comprensivo Giuliano per fare chiarezza sul fenomeno, per distinguere i vari attori, quali il bullo, la vittima e il cosiddetto pubblico che spesso incita, e fa da cassa di risonanza alla violenza fisica e verbale, aumentando il disagio e le conseguenze negative. In particolare gli studenti del Marconi hanno illustrato i rischi connessi all’utilizzo improprio dei social, “le offese online – hanno spiegato – feriscono più di quelle dette di persona. Non bisogna sottovalutare il significato di un like”. Ampio spazio è stato dato al cosiddetto cyberbullismo, che riguarda oggi circa il 34 per cento degli atti di bullismo. Ripeteranno l’esperienza domani, il 18 maggio, incontrando altri ragazzi di scuola media.
IL CELLULARE PER SPIEGARE – Proprio in virtù delle competenze informatiche, gli studenti delle quarte del Marconi, hanno spiegato con cellulari alla mano, l’utilizzo di un’applicazione attiva dal 15 maggio anche a Latina, che si chiama YouPol. Si tratta della nuova App della Polizia di Stato, scaricabile direttamente sullo smartphone da Apple Store e Play Store, che consente di inviare segnalazioni geo-localizzate alla sala operativa della Questura, anche in via anonima, se si è testimone o si è avvenuto a conoscenza di episodi di bullismo o traffico di stupefacenti. Il professor Carbonara ha illustrato inoltre, l’uso di Zappar, un piccolo sito web, che si attiva proprio attraverso smartphone, che contiene al momento l’App della Questura, il numero del Telefono Azzurro, video e altre informazioni per combattere il bullismo e soprattutto fare prevenzione.