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L'ESPERIENZA

Medicina, scoprirla a scuola: 214 studenti pontini hanno scelto la “Curvatura Biomedica”

Rita Salvatori: "In tre licei, a Latina e Minturno, insegniamo ai ragazzi che cosa significa fare il medico"

LATINA – Sono 214 gli studenti di tre licei pontini che seguono l’indirizzo con Curvatura Biomedica. Una parola difficile per dire che si può imparare tra i banchi scuola che cosa è, e che cosa riserva a chi lo sceglie, il delicato e complesso mestiere del medico, proiettandosi ad affrontare un lungo percorso di studi.

I dati sulle adesioni, sono stati illustrati dalla vicepresidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Latina, Rita Salvatori, in occasione dell’inaugurazione del percorso di potenziamento assegnato agli studenti del Liceo Leon Battista Alberti di Minturno, l’ultimo in ordine di tempo ad aver ottenuto l’indirizzo “Biologia con Curvatura Biomedica”, dopo i licei Classico Alighieri e Scientifico Majorana di  Latina che sono al secondo anno di esperienza. Per avere una suggestione sulla materia,  i ragazzi di queste ultime due scuole, alcuni giorni fa, hanno potuto assistere  in videoconferenza ad un intervento di ortopedia presso l’Icot. Un buon banco di prova anche per testare la propria resistenza in situazioni non comuni, come quelle che si vivono in una sala operatoria.

SCUOLE E ORDINE DEI MEDICI – “I ragazzi iscritti sono 214 e poi c’è un buon numero di medici che li segue e che è chiamato a trasmettere loro, non solo le competenze, ma anche e soprattutto la passione per l’indirizzo della facoltà di Medicina”, spiega la dottoressa Salvatori.

CHE COSA DI STUDIA E QUANTO  – Il corso si sviluppa a partire dal terzo anno di liceo attraverso 150 ore nel triennio: “Sono 50 ore annuali che si aggiungono al normale corso di studi, ore durante le quali si affrontano argomenti specifici. Nel primo anno per esempio di studiano le malattie cutanee, quelle dell’apparato cardiocircolatorio, del sistema emopoietico, si approfondisce l’apparato locomotore e le malattie ad esso correlate. Da una parte ci sarà l’insegnante interno che farà la sua parte, dall’altra il medico che esporrà la parte di sua pertinenza”.

DOVE – I ragazzi vengono portati anche in ospedali e cliniche: “Possono accedere alle strutture sanitarie pubbliche e private convenzionate, ma non devono essere a contatto con i pazienti, questo è un requisito fondamentale. In questo modo insegniamo il rispetto per la professione, ma diciamo anche chiaramente ai ragazzi che sono affascinati dal camice bianco che il percorso di studi da affrontare è di minimo 9-11 anni, e che non si smette mai di studiare perché bisogna continuare ad aggiornarsi tutta la vita”.

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