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Sentenza del Tar, Coletta: “Sono anni che provano a gettare fango sulla mia persona, posso camminare a testa alta. Altri no”

L'amarezza del sindaco in attesa del ricorso al Consiglio di Stato: "Ma ricevo anche tanta solidarietà"

LATINA – A 48 ore dalla sentenza del Tar di Latina che ha annullato il voto amministrativo in 22 sezioni del capoluogo (Sezioni 24, 40, 44, 60, 64, 68, 69, 73, 75, 76, 81, 83, 85, 86, 94, 95, 98, 103, 106, 107, 109, 110), decretando la decadenza del sindaco, del consiglio comunale e della giunta, il Comune sta per essere commissariato e piovono accuse pesanti dal centrodestra che evoca brogli. Si respira un’aria pesante in città e l’ormai ex primo cittadino Damiano Coletta ha deciso di tentare la carta del ricorso per evitare un commissariamento che – dice – “dopo l’approvazione del bilancio bloccherebbe nuovamente la città” e ha  dato mandato ai suoi legali di adire il Consiglio di Stato. Forse già domani il ricorso potrebbe essere depositato e sarà l’organo superiore della giustizia amministrativa a dover decidere se accogliere la sospensiva cautelare che lo accompagnerà.

“La mia reputazione – commenta amareggiato Coletta – deriva da una storia personale, oltre che politica che non si cancella con un colpo di spugna. Sto soffrendo, ma posso guardare negli occhi tutti i 130mila cittadini di Latina”, dice.

Pesano le parole usate nella sentenza dove si parla di “schede ballerine”: “Mi è pesata quell’insinuazione che si basa sul nulla. Lì, la partita l’hanno giocata in tanti, non solo una persona. Ma io non voglio gettare opacità gratuite a danni di terzi. In questa circostanza ci sono state difficoltà che a me sembrano attribuibili a inesperienza. Ripeto, sono anni che provano a gettare fango sulla mia persona, ma posso camminare a testa alta. Ho ricevuto tanta solidarietà, tantissimi messaggi e questo per me è motivo di orgoglio. Voglio ringraziare tutti quelli che lo hanno fatto”.

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