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Operai morti asfissiati alla Kyklos, la verità dagli accertamenti sulle cisterne. Fissate le autopsie

L'ipotesi: il percolato avrebbe fatto reazione con una sostanza presente nelle autocisterne condotte da Fabio Lisei e Roberto Papini

Le due vittime Fabio Lisei e Roberto Papini

Le due vittime Fabio Lisei e Roberto Papini

APRILIA – Sarà affidato oggi l’incarico al medico legale per eseguire le autopsie sui corpi di Fabio Lisei di 44 anni e Roberto Papini di 42 anni residenti a San Lorenzo Nuovo in provincia di Viterbo morti ieri mentre lavoravano per una ditta esterna alla Kyklos di Aprilia. L’esame, disposto dal sostituto procuratore di Latina, Luigia Spinelli, sarà effettuato nella giornata di domani. Il magistrato che si occupa del caso, dopo il sopralluogo, ha fatto anche sequestrare le autocisterne che i due operai dovevano caricare di percolato.

L’ impianto di compostaggio di Aprilia è  proprietà di Acea ed è uno tra i più grandi e moderni d’ Italia. La società si dice pronta a collaborare con la magistratura, ma intanto in una nota spiega che “il percolato è un rifiuto liquido derivante dal trattamento di rifiuti non pericolosi che viene prodotto presso l’impianto”. In sostanza: è impossibile che da solo possa aver ucciso qualcuno.  Da qui, l’ipotesi dominante, quella del mix letale: il percolato sarebbe venuto a contatto con un’altra sostanza  presente nelle due autocisterne condotte dagli operai, producendo esalazioni mortali.  I due lavoratori, dipendenti di una ditta esterna di Orvieto, stando ai primi risultati degli accertamenti eseguiti, non indossavano le maschere protettive e sono morti asfissiati in pochi istanti. Inutile l’intervento dei soccorritori nell’azienda di via Le Ferriere.

Bisognerà dunque prima di tutto stabilire che cosa contenesse l’autocisterna prima di essere riempita di percolato. L’autopsia e gli esami tossicologici chiariranno poi le cause del decesso di Lisei e Papini. I due elementi, uniti alla ricostruzione della dinamica dell’incidente, consentiranno agli investigatori di chiarire il quadro e stabilire le responsabilità.

Cordoglio per la morte dei due operai è stato espresso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dal Prefetto di Latina D’Acunto, dal sindaco di Aprilia Antonio Terra.

“L’incidente ha portato alla ribalta in maniera drammatica la questione della sicurezza sui luoghi di lavoro, la strada verso standard di sicurezza adeguati sembra ancora lunga”, ha sottolineato in una nota Anselmo Briganti della Cgil.

L’impianto di compostaggio Kyklos si estende su 90.000 metri quadrati di superficie e ha lavorato nel primo anno 40mila tonnellate di rifiuti. Nel corso del 2010, l’Amministrazione provinciale di Latina ha autorizzato un incremento della potenza di trattamento dello stabilimento fino a un massimo di 66.000 tonnellate/anno.

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