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i dati dell'ISS

Morbillo, Lazio (e Latina) record casi: l’incidenza è tripla. Al Goretti anche un decesso

Complicanze a livello encefalico, diarrea e forti congiuntiviti negli adulti. Lichtner: "Vaccinare i bambini"

LATINA – Nel Lazio e –  almeno a stare ai ricoveri –  in particolare a Latina, i casi di morbillo sono stati da record. Secondo i dati riportati dall’Istituto Superiore di Sanità, in Italia dal 1 gennaio al 30 aprile 2019 sono stati segnalati 864 casi di morbillo (con un’incidenza media di 42,9 casi per milione di abitanti), ma nel Lazio (245 casi) il picco di incidenza è di 124  ogni milione di abitanti.

“Come ci raccontano questi numeri, il problema del Lazio è piuttosto importante. Per quanto riguarda Latina, quello che possiamo dire è che nel nostro reparto, al Goretti, negli ultimi quattro mesi, abbiamo avuto circa 20 ricoveri per morbillo tra gli adulti, stimiamo che sia circa il 40% del totale di quelli che si sono ammalati”, spiega Miriam Lichtner, docente alla Sapienza e dirigente del Reparto di Malattie infettive dell’Ospedale di Latina.

Il picco si è verificato ad aprile con numeri che hanno fatto “concorrenza” alla Capitale dove vivono però 3 milioni circa di persone contro i 500 mila dell’intera provincia di Latina.   Le complicanze che hanno richiesto cure ospedaliere sono state  disidratazione causata da forte diarrea e congiuntiviti gravi, ma non solo : “Abbiamo avuto complicanze encefaliche e un decesso che  – come è noto – ha riguardato un paziente affetto anche da altre patologie. I più a rischio sono i giovani adulti, che non sono venuti a contatto come avveniva fino a 40-50 anni fa con il morbillo e non sono nemmeno vaccinati, perché il vaccino è più recente. La strategia resta quella di vaccinare i piccoli perché la malattia non circoli – aggiunge la professoressa Lichtner –  E’ importante nell’ottica della sanità individuale ma  anche di quella generale per ottimizzare le risorse a disposizione. Se consideriamo  che abbiamo avuto venti ricoveri solo per morbillo in quattro mesi e noi in genere, in 4 mesi, ricoveriamo circa 160 persone, vediamo che una parte importante delle risorse è stata investita per questo. Ed era prevenibile, come del resto erano evitabili molti casi di influenza che hanno richiesto invece la terapia intensiva o subintensiva”.

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