LATINA – E’ partita la “crociata” della Asl di Latina contro l’influenza. Un gruppo di medici vaccinatori del dipartimento di prevenzione sta offrendo proprio in questi giorni le prime dosi al personale sanitario del Goretti. Camici bianchi, infermieri, operatori socio sanitari e in genere chi lavora in corsia, ha diritto alla vaccinazione gratuita, ma è la prima volta che l’azienda ospedaliera di Latina la propone in maniera attiva, fermo restando il diritto di ciascuno di declinare l’offerta. Non sarà stato però per pigrizia o mancanza di tempo.
IL PRIMO VACCINATO – Il primo a farsi vaccinare è stato il direttore generale della Asl Giorgio Casati in visita dalla dirigente della Uoc di Malattie Infettive Miriam Lichtner che in frigorifero ne ha sempre alcune dosi disponibili e lo ha subito accontentato. “Ho voluto essere il primo per dare un segnale chiaro. In primo luogo, al personale sanitario della nostra azienda e poi alla popolazione”, spiega il manager puntualizzando: “Voglio essere vaccinato perché penso che il mio tempo sia così prezioso che preferisco spenderlo in Asl piuttosto che a letto con la febbre”.
NON NUMERI MA CULTURA DELLA PREVENZIONE – Il 65% di popolazione vaccinata in provincia di Latina (il dato è riferito al 2018) è ancora poco rispetto al sempre più virtuoso nord: “Puntiamo a raggiungere una copertura del 70%, ma non ne farei una questione di numeri – aggiunge Casati – L’Idea è di riuscire a radicare un cambiamento della cultura delle persone e questo richiede tempo. Un coinvolgimento occasionale non è efficace, se invece la vaccinazione diventa un valore, allora si trasformerà in un comportamento che le persone ripeteranno negli anni, consolidando una cultura di collettività responsabile”.
INFLUENZA, COME SI PRESENTA QUEST’ANNO – Tanta attenzione non è casuale e anzi è direttamente correlata all’aggressività dei virus in arrivo. molto simili a quelli dello scorso anno, quando proprio Latina si è segnalata per un decesso e alcuni casi gravi che hanno richiesto ossigeno e terapia intensiva. Il pronto soccorso ne ha ulteriormente risentito.
“I dati ci vengono dall’esperienza dell’altro emisfero, e sembra che l’andamento sia anche peggiore dello scorso anno – spiega la professoressa Miriam Lichtner – Ci sono sempre i quattro ceppi, due di influenza “A”, tra cui l’H1N1, e due di influenza “B”. Questo ci dice che alla rapida diffusione, come avviene sempre per l’influenza, si accompagni la possibilità di avere i casi respiratori gravi. Quindi dobbiamo prepararci”.
CHI DEVE VACCINARSI – Ma chi deve vaccinarsi? (salutelazio.it) “Oltre alle categorie a rischio, c’è tutta una fetta di popolazione che non si ritiene a rischio, ma invece lo è. Tra questi, per esempio, ci sono le persone obese, le donne in gravidanza, o i fumatori che magari non sanno ancora di avere una broncopneumopatia ostruttiva. La vaccinazione è offerta a tutti, ma chi non è tra le categorie “a rischio” può farla spontaneamente.
E’ importante fare iniziative attive, bisogna abbattere le barriere, anche quelle temporali e di luogo. Spesso non ci si vaccina per motivi banali e non per certo per credo contrario”, conclude Lichtner.