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“Silenzio per giorni, poi tutto il campus ha esultato”: le elezioni americane viste da una studentessa di Latina

Il racconto di Melissa Alvisi che studia Economia a New York

LATINA –  Quando arriva il risultato delle elezioni americane nel Campus di Suny Cortland nello stato di New York, è festa. “Dopo giorni di silenzio, come se tutti stessero solo aspettando quel risultato, siamo usciti dalle case, la tensione si è sciolta, ho visto intorno a me un’aria di serenità”. Melissa Alvisi  studentessa di Latina al terzo anno del corso in Business International dell’università statunitense con indirizzo in Economia e Scienze politiche e doppia nazionalità, italiana e americana, non ha solo assistito alla competizione più seguita di sempre e allo spoglio più lungo del mondo, ma ha anche votato e dunque partecipato a pieno titolo.

“Tutte le persone che conosco, ma soprattutto tutti i giovani che conosco, hanno votato perché questa volta si sono sentiti in dovere di farlo, la loro partecipazione è cresciuta dal 45% delle ultime elezioni al 53% . Questa volta in gioco c’erano questioni importanti: la pandemia, il razzismo dopo gli eventi che si sono verificati da giugno in poi, e il cambiamento climatico, che erano poi le differenze principali tra i due candidati presidenti”.

Il dibattito è stato acceso per giorni ed è entrato prima, durante e dopo lo spoglio nelle aule dell’università: “I giorni di attesa sono stati di forte tensione, con tante speculazioni. Sono stati giorni di grande dibattito, al lavoro, tra gli studenti, sui social e in classe gli insegnanti parlavano molto di questo argomento, abbiamo commentato tutti i dibattiti e dopo il voto volevano parlare del risultato che però non arrivava mai. E’ stato molto diverso dalle scorse elezioni. Io anche allora ero qui per il quarto anno di scuola superiore, ma non ricordo questa partecipazione. Sabato mattina invece, è stato un giorno di serenità per gli americani, c’era gente che cantava, gente che andava in giro, mentre prima tutto il campus era in silenzio”.

Il racconto di Melissa Alvisi su Radio Immagine 

 

 

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