POMEZIA – Ha preso il via dall’operazione Assedio, che portò l’estate scorsa a una raffica di arresti ad Aprilia e al successivo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, l’operazione coordinata dalla DIA che ha visto oggi l’esecuzione di nove misure cautelari nei confronti di altrettante persone (tra cui alcune coinvolte proprio nell’operazione Assedio) finite sotto accusa per estorsione aggravata dal metodo mafioso per aver costretto con minacce e aggressioni un imprenditore di Pomezia a cedere tre appartamenti e a sottoscrivere due contratti di sponsorizzazione per due squadre una di calcio e l’altra di basket per 400mila euro.
Fra gli arrestati c’è anche un collega della vittima, imprenditore residente nella zona dell’Agro pontino, che si è proposto come mediatore per far cessare le minacce ma in realtà l’ha costretta a sottoscrivere i due contratti da sponsor per altri 100mila euro.
Dalle indagini è emerso che la vittima era finita nel mirino di due gruppi criminali in apparenza contrapposti ma in realtà alleati: il primo legato alle cosche siciliane e il secondo alla malavita romana. I primi si erano offerti di proteggerlo dopo le gravi minacce e le intimidazioni subite dall’uomo ad opera dell’altro gruppo. Gli investigatori hanno accertato infatti che il piano era comune.
