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Il Goretti di Latina Spallanzani pontino. Casati: “L’ospedale non è più lo stesso”

Il Dg della Asl spiega la riorganizzazione ai tempi del Covid-19. Riapre Malattie Infettive al Don Di Liegro di Gaeta

(nelle foto il dg Casati, il direttore sanitario aziendale Visconti e la professoressa Lichtner)

LATINA – L’ospedale Goretti di Latina ai tempi del coronavirus è diventato lo Spallanzani pontino, un centro specializzato che si occupa con priorità dell’emergenza in atto e  dove da martedì si eseguono i tamponi in autonomia. Con tutte le oggettive difficoltà che accompagnano il lavoro degli operatori, è qui che i pazienti contagiati e bisognosi di assistenza respiratoria vengono ricoverati e seguiti da un team di infettivologi, rianimatori, anestesisti, pneumologi, e ovviamente infermieri, coordinati dalla professoressa Miriam Lichtner, con la supervisione del direttore sanitario aziendale Giuseppe Visconti e delle direzioni di presidio. Ma è tutta la rete sanitaria ad essere investita del problema: novità riguardano il Fiorini a Terracina e il Don di Liegro a Gaeta, ricomparso nella carta geografica delle strutture sanitarie pontine dedicate all’emergenza. Il Dono Svizzero è baluardo a sud e continua ad accogliere pazienti contagiati, ma in condizioni non critiche. Le strutture sanitarie convenzionate assorbono invece i ricoverati no-Covid in eccesso e che devono tenersi alla larga dal virus: “Tutti i privati si sono messi a disposizione” spiega il Dg Giorgio Casati al quale abbiamo chiesto di spiegarci come in pochi giorni è stata “riconvertita” la sanità pontina.

AL GORETTI IL COVID PREVALE SUL RESTO – “Il Goretti non è più riconoscibile in questo momento – spiega il manager mentre viene raggiunto da decine di messaggi che lo aggiornano continuamente su contagi e positivi –  La rianimazione è stata divisa in due: un’area con 9 posti letto “no-covid” e 6 posti di rianimazione dedicati esclusivamente ai contagiati. Tre di questi sono occupati e tre sono liberi, per ora lavoriamo in sicurezza. Ci sono poi i nostri 18 posti letto di Malattie Infettive con stanze a pressione negativa (con uno speciale sistema di isolamento e locali ad hoc, ndr) e a queste si aggiungono le nove create in questi giorni, liberando il reparto geriatria dove possiamo mettere pazienti meno gravi o in attesa del tampone, mentre stiamo completando i lavori per liberare la nefrologia con altre cinque stanze (sempre al quinto piano) a disposizione dell’attuale emergenza”.

LAVORI CELERI A GAETA – Poi c’è il Don Di Liegro di Gaeta. “Stiamo riattivando i posti letto di quello che era un tempo il reparto di Malattie Infettive lavorando giorno e notte,  la dead-line è renderlo operativo in dieci giorni. Per farlo funzionare prenderemo pezzi di organico e costituiremo un team che sia in grado di gestire i pazienti in quella struttura, pazienti non da terapia intensiva”. No invece a nuovi medici, che non ci sono: “Abbiamo infettivologi che erano dedicati all’attività ambulatoriale che riprenderanno il lavoro in corsia. Tutto ciò che è differibile sarà chiuso, una scelta obbligata che dispiace perché toglie un pezzo di servizio alla popolazione, ma servono risorse da destinare a questa emergenza. E inoltre e dobbiamo evitare che le persone si muovano da casa e si aggreghino come accade quando c’è attività ambulatoriale”.

LE DOTAZIONI  – La Asl di Latina aspetta respiratori e monitor per creare quattro posti letto di terapia intensiva nuovi al Goretti trasformando posti letto di Malattie Infettive, oltre che i ventilatori da terapia sub-intensiva per attrezzare altri posti letto. Tutto materiale che viene acquistato dalla Protezione Civile centrale e distribuito secondo i fabbisogni locali

A TERRACINA – Al Fiorini, sono stati sospesi i lavori del nuovo pronto soccorso e i posti letto dell’Obi (realizzato di recente) saranno utilizzati per i pazienti meno gravi con il coronavirus.

LE MASCHERINE – In tutti gli ospedali le mascherine sono un bene prezioso che si centellina. La Regione Lazio una settimana fa ha annunciato l’arrivo di 60mila mascherine da dividere sull’intero territorio: “Sono in arrivo, come tute e occhiali, ma attenzione non saranno mai nella quantità che servirebbe. Non possiamo però fermare gli ospedali per questo”, aggiunge Casati.

LAVAGGIO DELLE MANI  – Una buona notizia: lavandosi le mani con l’accuratezza richiesta oggi per fermare la diffusione del virus, al Goretti si sono già ridotte tutte le altre infezioni ospedaliere. E’ l’igiene ai tempi del coronavirus:  “Le buone abitudini che stiamo acquisendo oggi,  ci torneranno utili anche in futuro”.

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