SERMONETA – Il 10 maggio andrà all’asta l’opificio di Monticchio a Sermoneta, nell’area di 22 kmq diventata Monumento Naturale con Decreto del Presidente della Regione Lazio datato 3 ottobre 2016 ( n. T00196). Il fallimento riguarda la società proprietaria del sito ormai dismesso per “la produzione di conglomerati sia bituminosi che cementizi nonché per l’estrazione di laterizi da cava e per la frantumazione di inerti”. Non andranno all’asta naturalmente le meravigliose Sorgenti, di proprietà demaniale, né la spettacolare Torre di Monticchio, che ricade in altra proprietà. Ma più di qualcuno è preoccupato per le sorti dell’area che è stata messa in vendita al prezzo base di € 319.695,00 con offerta minima fissata a 239.772 euro. Poca roba per un comprensorio con delle potenzialità anche turistiche notevoli.
Sembra per ora lontana la possibilità di fare un’offerta da parte del Comune di Sermoneta: “La vendita all’asta fa parte di una procedura fallimentare sulla quale non possiamo incidere – spiega la sindaca Giuseppina Giovannoli – Noi invece stiamo lavorando per definire il regolamento di disciplina delle attività all’interno del Monumento Naturale, che spetta a noi perché così ha stabilito la Regione Lazio. La garanzia che abbiamo è il Monumento Naturale impedisce, anche ad eventuali privati acquirenti, l’utilizzo dell’area per scopi diversi da quelli che il nostro Comune stabilirà. Stiamo vagliando ogni altro aspetto”.
Il tema però, secondo Saverio D’Ottavi, presidente dell’Associazione Cavata Flumen che organizza escursioni sul fiume e si batte da anni per la valorizzazione del comprensorio fino alle Sorgenti, è un altro. Perché rischiare che sia un privato a svolgere attività, anche turistiche e di fruizione dell’area quando gli enti potrebbero averla a un prezzo modico.
Lasciando per il momento da parte i costi eventuali di bonifica dei resti industriali, D’Ottavi la vede così: “Lo stupore è grande perché questa notizia è venuta fuori cercando su internet notizie sullo stato delle cose. Ritrovare il Monumento Naturale, così, all’asta, mi ha sorpreso, anche per il grande valore paesaggistico e naturalistico che ha. Dopo un grande lavoro fatto da Italia Nostra, grazie alla presenza di Giancarlo Bovina, ci ritroviamo in questa situazione. Credo che la Regione, la Provincia e il Comune dovrebbero chiarire che cosa intendono fare. Io credo però che, come territorio, non possiamo lasciarci sfuggire la possibilità di disporre di quel bene, e non lo dico solo romanticamente: abbiamo anche tutti bisogno di lavorare“.
Il geologo Giancarlo Bovina, scomparso nel 2017, grande sostenitore della protezione e valorizzazione dell’area sorgiva, aveva fatto del sito industriale l’oggetto di un video girato con l’associazione Limes. Si intitola Terracava. Eccolo.