LATINA – L’impasse causata dalla politica sull’approvazione del nuovo Statuto dell’Egato 4 Latina – Lazio meridionale, ha spinto il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli a intervenire pubblicamente con l’idea di tracciare un bilancio del lavoro svolto dall’Autorità d’Ambito. Per chiarire preliminarmente: l’organismo di governo e di controllo – che comprende quasi tutti i comuni della Provincia di Latina, ad eccezione di Campodimele e alcuni delle province di Roma e Frosinone – e che opera con un solo dipendente, l’ingegnere Umberto Bernola, è chiamato a “vegliare” e a garantire l’approvvigionamento d’acqua potabile e la salvaguardia delle risorse idriche, e quindi gli investimenti necessari, e si occupa della tutela del consumatore-utente: dunque controlla Acqualatina che è il gestore del servizio. Un compito non da poco per un organismo che dovrebbe essere neutrale, terzo e principalmente tecnico di cui è presidente di diritto, secondo quanto prevede la legge regionale, il presidente della Provincia. Ed è proprio in questa veste che Stefanelli ha convocato una conferenza stampa, in un momento in cui si ha la sensazione che questo incarico faccia gola.
Nella Sala Cambellotti del palazzo della Provincia, Stefanelli ha voluto mettere i puntini sulle “i”, dopo che la bozza dello statuto, nel corso dell’ultima assemblea dei sindaci, è stata rimessa in discussione dal Comune di Latina. “Dopo le tante affermazioni di questi giorni, mi fa piacere condividere alcune verità, e chiarire che tra i fatti e le opinioni c’è una bella differenza – spiega – . I fatti dicono che la legge regionale prevede che il presidente dell’Ato sia il Presidente della Provincia, dunque se si vuole indicare un altro presidente bisogna cambiare la legge regionale. E lo stesso vale per il principio del voto ponderato dei Comuni che fanno parte dell’Ato 4. Queste sono due norme inderogabili e si possono modificare solo se si cambia la legge. Il resto attiene alla discussione politica”, sottolinea il Presidente che si dice sempre pronto a modifiche della bozza di statuto relativamente agli altri principi, quelli derogabili.
Il messaggio è chiaro: “L’Ato non può essere inserito in logiche di spartizione politica“, dice Stefanelli
IL BILANCIO – “Abbiamo camminato speditamente fino a maggio. In due anni si sono tenute dieci conferenze dei sindaci, sono state approvate 22 delibere, e abbiamo tenuto 15 uffici di presidenza per cercare mediazioni e chiarire i dubbi dei sindaci in vista del voto in assemblea. Abbiamo ottenuto 64 milioni di euro di finanziamento del Pnrr per intervenire sulla rete idrica per il problema delle perdite. Ed è di queste ore la notizia di un ulteriore finanziamento da 10 milioni da parte della Regione Lazio per un progetto di recupero dei fanghi da depurazione“.
Tra le cose fatte Stefanelli ne indica una che avrà riflessi sulle tasche degli utenti del servizio idrico: “Per la prima volta nella storia, su 34 milioni di morosità richieste da Acqualatina ne sono state riconosciute circa 5 milioni (come è noto la voce si riflette sulle tariffe, ndr). Abbiamo ritenuto che il mancato recupero di una parte di quelle somme fosse dovuto ad una cattiva gestione della fase di recupero crediti da parte di Acqualatina per perseguire chi non paga l’acqua. Questo per rispondere a chi ci dice che siamo accondiscendenti con Acqualatina”.
“L’Egato ha fatto in questi anni un lavoro importante e lo ha fatto con una sola persona, l’ingener Bernola, e il lavoro delle persone va rispettato“, conclude Stefanelli che lancia anche ad una proposta. “Se vogliamo lasciare i fatti e parlare di proposte politiche, allora propongo un’Ato provinciale unica per acqua, rifiuti e anche per il gas con una struttura tecnica più importante che possa sfruttare un’economia di scala. Ma siamo nell’ambito delle proposte politiche, non dei fatti”.