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in tribunale

Processo Reset, per i giudici non c’è l’associazione di stampo mafioso tra gli imputati: sette condanne e ventiquattro assoluzioni

Applausi in aula alla lettura della sentenza. Le motivazioni tra 90 giorni

LATINA – E’ arrivata ieri sera poco prima delle 22 la sentenza del processo Reset. Dopo una lunghissima camera di consiglio, durata oltre dieci  ore, il collegio penale del Tribunale di Latina presieduto dal giudice Mario La Rosa ha deciso di condannare solo 7 dei 31 imputati.

Le pene più pesanti sono state inflitte con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai fratelli Angelo e Salvatore Travali condannati rispettivamente a 12 e 10 anni; 10 anni anche per Angelo Morelli, 8 anni e quattro mesi per Costantino Di Silvio detto Cha Cha.

Ma quello che non ha retto è stato l’impianto accusatorio dei pm della Dda di Roma Spinelli e Gualtieri che non hanno commentato la sentenza. Nelle loro requisitorie avevano chiesto pene per tutti per oltre 400 anni di carcere sostenendo l’appartenenza degli imputati ad un’associazione di stampo mafioso che non è stata riconosciuta.

L’inchiesta della Dda di Roma che ha dato origine al processo,  condotta dalla squadra mobile di Latina, era nata dalle dichiarazioni dei pentiti Renato Pugliese e Agostino Riccardo. Le motivazioni si conosceranno tra 90 giorni.

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