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la petizione degli alunni

Latina, unione tra Classico e Ragioneria nel piano scolastico provinciale? Contrari studenti e prof

Documento congiunto delle due scuole: quasi mille firmano per il "no"

LATINA – “Accorpamento, noi diciamo 573 no”. E’ lo striscione esposto dagli studenti del liceo classico Dante Alighieri di Latina fuori dalla sede di viale Mazzini e fatto rimuovere dalla scuola a metà mattinata. E, con il passare delle ore, i “no” aumentano e diventano 959 tra studenti e docenti di entrambe le scuole. Obiettivo – si legge in un documento congiunto – “preservare l’identità degli istituti a livello territoriale, in termini storici e didattico-formativi e concedere un piano di sviluppo e di accrescimento ai singoli istituti, da svolgersi autonomamente rispettando le singole caratteristiche  ed esigenze dei percorsi didattici”.

VENERDI’ CONSIGLIO PROVINCIALE – Succede alla vigilia del consiglio provinciale convocato per venerdì 30 novembre nella Sala Cambellotti del Palazzo della Prefettura, con primo punto all’ordine del giorno il dimensionamento della rete scolastica provinciale 2019/2020. Argomento da sempre tra i più accesi, e questa volta non sarà diverso, perché all’attenzione dell’assise arriverà la bozza approvata in Commissione scuola (ma sembra ancora in evoluzione anche per l’opposizione dei sindacati) che si basa sulla proposta del Classico, fatta sua dal Presidente di Via Costa Carlo Medici, di mettere insieme il Dante Alighieri con il Vittorio Veneto, in un unico istituto di istruzione superiore. Una proposta  che non è piaciuta al Ragioneria e anche a tanti insegnanti del Classico, a molti genitori, ex alunni e alunni che hanno firmato la petizione per esprimere la loro contrarietà. “Abbiamo raccolto 573 firme di studenti e prof del Liceo che sono contrari all’ipotesi di unione con il Vittorio Veneto, e lo abbiamo detto con uno striscione”, spiega Alessandro Gargani, rappresentante degli studenti del Dante Alighieri. A queste si aggiungono quelle dei colleghi del Vittorio Veneto: tutti sulla stessa linea.

QUESTIONE DI ROMANTICISMO – Invece tra i più convinti della bontà della proposta c’è il Presidente della Provincia Carlo Medici, già professore di scuola che ha raccolto intorno a sé diversi consensi, ma non l’unanimità. Ritiene che le ragioni del no risiedano in  un atteggiamento “romantico”, quando invece è necessario agire con razionalità, lasciandosi guidare dai numeri che impongono un cambiamento anche perché le scuole in reggenza (sotto i 600 alunni) sono penalizzate.

Proprio in queste ore i sindacati sono stati convocati nella sede dell’Ente per un nuovo incontro in vista del Consiglio. Alla base della proposta che, se dovesse superare le perplessità di questa vigilia, dovrà essere votata dall’assise, per poi essere inviata in Regione per l’approvazione definitiva, c’è la considerazione che entrambe le scuole hanno un numero basso, poco sopra i 600 il Dante Alighieri,  poco sotto i 600 il Vittorio Veneto. Il primo ha proposto l’accorpamento. Il secondo ha votato contro. Eppure anche al Classico è accaduto qualcosa che sfugge, se è vero che la maggioranza dei docenti ha detto di non riconoscersi i quella proposta.   

ALCUNE CONSIDERAZIONI – Ma perché unire proprio Classico e Ragioneria? Qualcuno direbbe: che c’ azzeccano? Nulla, sono semplicemente vicini fisicamente, uno di fronte all’altro, il che elimina un sacco di problemi. Dunque una questione logistica, mentre sarebbe stato meglio considerare altre affinità, per esempio nella formazione. E per far crescere l’appeal e il numero di alunni è proprio sulla formazione che si dovrebbe insistere come insegnano il liceo musicale e lo sportivo: superaffollati. E se i licei classici sono stati difesi a oltranza in tutte le sedi, superando la questione numerica, perché Latina, la seconda città del Lazio, dovrebbe perdere il suo?

Nelle prossime ore se ne saprà di più, ma il voto in aula sembra già scritto.

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