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l'intervento

Dopo la fuga dei migranti in quarantena il sindaco di Cori De Lillis: “Controlli e vigilanza siano efficaci. Stop a gestione solo emergenziale”

44 arrivati da Lampedusa ospitati in una struttura della cittadina lepina

CORI – “Risulta ancora una volta evidente che il tema dell’immigrazione non va sempre affrontato sull’onda dell’emergenza. Il territorio provinciale tutto deve attrezzarsi in modo strutturato e organizzato ed evitare nel futuro di coinvolgere sempre le stesse le comunità che si sono sempre dimostrate vocate al valore dell’accoglienza”. Lo ha detto in merito alle vicende in corso in queste ore legate all’accoglienza dei migranti arrivati da Lampedusa, il sindaco Mauro De Lillis.

Il primo cottadino spiega che il comune si è messo a disposizione comprendendo la situazione emergenziale , “abbiamo fornito anche le brande su cui questi ragazzi hanno dormito, li abbiamo accolti nonostante le nostre perplessità (e il malcontento di una parte della popolazione) anche perché avevamo rassicurazioni sui controlli e sul fatto che si sarebbero garantite la sicurezza e la tranquillità di tutti. Dopodiché non è l’amministrazione comunale che può assumersi la responsabilità della vigilanza e dei controlli, non possedendone evidentemente gli strumenti. Ora, è vero che le forze dell’ordine sono riuscite celermente a riprendere 13 dei 18 ragazzi però, nella prosecuzione del dialogo tra le forze dello Stato e il Comune, si chiedono, con rispetto ma con forza, controlli e vigilanza efficaci che rispettino la comunità di cori e le sue esigenze di sicurezza, anche in virtù del fatto che questo luogo è stato scelto dalle forze dell’ordine proprio perché ritenuto più idoneo per un controllo efficiente. Noi ci siamo assunti le nostre responsabilità – anche perché rispondiamo a istituzioni superiori, come ministero dell’Interno e Prefettura – ma non possiamo da soli far fronte o rispondere di una situazione di questo tipo, è indispensabile che tutte le forze dello Stato, ciascuno per il proprio ruolo, si assuma le sue”.

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